Processo “Re nero”, il primo atto si chiude con otto condanne

Rimini

FORLÌ

Otto condanne nel processo di primo grado per l’inchiesta “Re Nero”. Nella sentenza si va dagli 8 anni e 10 mesi di carcere per Stefano Ercolani, all’epoca dei fatti presidente di Asset, e Barbara Tabarrini, direttore generale Asset, ai sei anni per Vincenzo Dell’Aquila, presidente di Banca di Credito e Risparmio di Romagna. Riconosciuti colpevoli anche Valerio Abbondanza, socio fondatore di Bcrr e socio Asset (condannato a 6 anni e 2 mesi), Corrado Albini, consigliere Asset (6 anni e 2 mesi) e i dipendenti Asset Cristian Cicchetti (3 anni e 4 mesi), Daniele Santarossa (2 anni e 4 mesi) e Alessandro Cervesato (2 anni). Scagionati, con varie formule, Stefano Venturini, consigliere di Asset Banca e di Credito e Risparmio di Romagna (difeso dall’avvocato Moreno Maresi), Libero Montesi (commercialista forlivese, difeso dall’avvocato Giordano Anconelli), Stefano Galvani, socio Asset (difeso da Paolo Righi). Assoluzioni, come aveva già chiesto la pubblica accusa per Morris Celli, Andrea Ercolani, Tonino Castellani (anche lui difeso da Moreno Maresi) e Maria Pia Tura.

Dopo dieci anni

Questa la sentenza letta ieri pomeriggio intorno alle 16.30 nell’aula della Corte d’assise del Tribunale di Forlì, dal presidente Massimo De Paoli (giudici a latere Floriana Lisena e Antonella Zatini). Dieci anni dopo gli arresti si è quindi arrivati alle decisioni di primo grado. Un’indagine complessa, avviata dall’allora sostituto procuratore a Forlì Fabio Di Vizio e dalla Squadra Mobile, che riguardava presunti fidi concessi da Banca di Credito e Risparmio di Romagna a imprenditori utilizzando fondi “ripuliti” da Asset a San Marino, transitati – secondo l’accusa – sotto forma di “nero”. Una lunga vicenda processuale: le ordinanze di custodia vennero eseguite il 5 gennaio 2008, l’udienza preliminare iniziò il 5 ottobre 2011, per arrivare al rinvio a giudizio nell’udienza del 5 maggio 2015. A febbraio di quest’anno le richieste di condanna del Procuratore Reggente Filippo Santangelo che ha portato avanti il procedimento.

Il re del nero

Un’indagine denominata “Re Nero” proprio perchè uno degli imputati, Stefano Ercolani, in una intercettazione si era definito “Il re del nero”. Usura (per il solo Dell’Aquila) e riciclaggio le accuse rimaste a carico degli imputati, visto che per altri reati - come abusiva attività bancaria, ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità di vigilanza, appropriazione indebita - è intervenuta la prescrizione del reato. Proprio per Ercolani, che secondo l’accusa ricopriva un ruolo primario nell’ipotesi delittuosa, la Procura aveva chiesto 10 anni di carcere e 20mila euro di multa. Per Barbara Tabarrini erano stati chiesti 8 anni e 15mila euro di multa; per Vincenzo Dell’Aquila 8 anni e due mesi e 20mila euro di multa; per Stefano Venturini 8 anni e 15mila euro di multa; per Valerio Abbondanza 6 anni e 6 mesi e 13mila euro di multa; per Corrado Albini 7 anni e 17mila euro; per Stefano Galvani 6 anni e sei mesi e 13mila euro di multa; per Libero Montesi, Cristian Cicchetti, Daniele Santarossa e Alessandro Cervesato 6 anni e 10mila euro di multa ciascuno.

Illeciti amministrativi

Ritenuta colpevole per alcuni illeciti amministrativi anche Asset Spa cui è stata applicata la sanzione amministrativa di 350 quote ciascuna del valore di 1.200 euro, per un totale di 420mila euro. Non responsabile, invece, San Marino Asset management. Dovranno essere risarcite anche le parti civili costituite, vale a dire la Banca d’Italia, l’Agenzia delle entrate e Banca di credito e risparmio di Romagna.

Le sanzioni

I giudici hanno stabilito anche multe per i condannati: 6.600 euro per Ercolani e Tabarrini (difesi dagli avvocati Gaetano Pecorella e Luca Sirotti), 12mila euro per Dell'Aquila (avvocato Paolo Benini), 3.400 euro per Abbondanza (avvocato Filippo Sgubbi), 3.400 euro per Aldini (avvocato Monica Gabrielloni), 8mila euro per Cicchetti, 6.800 euro per Santarossa e 6.400 euro per Cervesato.

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