«Sporco negro devi morire» 17enne picchiato sull’uscio di casa

Rimini

RIMINI Agli insulti cercava di non farci caso, ogni volta che lo incontravano gli urlavano “sporco negro”, “devi morire” ma le botte ricevute ieri sull’uscio di casa non potrà più dimenticarle, come quelle parole: «Ricordati che io odio i negri». E adesso il 17enne aggredito ha paura. Conosce i ragazzi che si sono presentati alla sua porta, incuranti del fatto che in casa ci potessero essere i genitori, conosce il nome del coetaneo che gli ha sferrato un pugno in faccia, sa chi sono i due amici che lo spalleggiavano ma non ha intenzione di tacere. Già oggi, insieme ai genitori, si recherà dai carabinieri per sporgere denuncia, dopo avere passato il pomeriggio di ieri al pronto soccorso.

Aggredito in casa

«Ha il naso tumefatto, il labbro spaccato, un occhio gonfio» racconta la madre del ragazzo, poche ore dopo l’aggressione, ancora sotto choc per quanto accaduto al figlio sotto i suoi occhi. «Non hanno avuto paura della mia presenza, urlavo di andare via ma loro niente, sono corsa in cucina a prendere un mattarello per spaventarli, per fortuna mi ha fermato mio figlio, non so cosa sarebbe potuto succedere».

Lei è una donna italiana che ha sposato un senegalese, il figlio ha la pelle scura. «Da tempo quel gruppo di ragazzi lo ha preso di mira – racconta –. Quando lo incontrano per strada, mi ha detto, lo coprono di insulti: “vattene via sporco negro”, frasi di questo tipo. Lui ha sempre lasciato correre, sono un gruppo che qui (omettiamo la città dove la famiglia vive per non rendere riconoscibile il minore, ndr) è conosciuto, sono degli attaccabrighe. Ma mai mi sarei aspettata quanto accaduto».

La minaccia

C’è un antefatto all’aggressione di ieri pomeriggio: «Due domeniche fa – spiega ancora la mamma del 17enne – mio figlio è stato alla Fiera di San Gregorio con un’amica ed è stato riaccompagnato a casa dai suoi genitori. La sera ha ricevuto una telefonata, da un ragazzo che diceva di essere il fidanzato della sua amica. Gli ha detto: «Tu la mia ragazza non la tocchi». Mio figlio gli ha risposto che erano solo amici e l’aveva riaccompagnato a casa e la cosa sembrava finita lì. Ieri pomeriggio alle 15.30 suonano al campanello di casa, mio figlio va ad aprire e quel ragazzo, lo stesso che gli aveva telefonato, gli dice: “So cosa hai fatto”. Poi gli sferra un pugno, mentre due suoi amici gli stavano dietro, tutti sulla porta di casa. Mio figlio ha provato a chiudere la porta ma loro non si sono fatti indietro, minacce, insulti, non ricordo neanche più le parole che hanno usato tanto sono scossa... ma una frase sì: “Ricordati che io odio i negri”».

«Non avevano paura»

La mamma ha sentito tutto, si è messa in mezzo, ha provato a farli allontanare. «Ma loro niente, non avevano paura. Non sapevano chi ci fosse in casa, hanno avuto il coraggio di venire lo stesso, e se lo avessero incontrato per strada, cosa gli avrebbero fatto?». «Adesso mio figlio ha paura, mi ha detto “se mi vedono in giro quelli mi inseguono”, ma non abbiamo intenzione di stare zitti, siamo pronti a denunciarli».

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