Stupri, botte e vessazioni: 25enne in manette

Rimini

CESENA. Aveva conosciuto un giovane gentile, che attendeva in una casa per profughi di Sorrivoli che gli venisse riconosciuto lo status di richiedente asilo.
L’amicizia è diventata una storia d’amore: ma quando l’uomo è arrivato ad ottenere ospitalità nella casa di lei, l’amore si è trasformato in botte, vessazioni fisiche e psicologiche, stalking, rapine e stupri. Un incubo durato un paio di mesi dalla quale una donna, 43 anni cesenate originaria del ravennate, è uscita soltanto grazie all’aiuto della polizia. Agenti che hanno prima raccolto la testimonianza dei fatti accaduti, poi bloccato ed arrestato l’uomo ora in cella in attesa di giudizio (difeso dall’avvocato Salvatore Rucci del foro di Forlì).
L’uomo è originario di un Paese africano. Di lui non scriveremo di più sull’identità perché, almeno per ora, è troppo alto il rischio che dal suo nome si possa risalire di conseguenza all’identità della vittima. Il teatro della vicenda è principalmente una casa nella zona centrale cittadina.
Il 25enne aveva conosciuto ad ad ottobre la donna. Ne è nata prima un amicizia e poi un sentimento d’amore, Almeno così lei credeva. Tanto che, alcune settimane dopo, quando lui si è presentato in lacrime perché gli era stato respinto anche l’Appello sullo status di rifugiato, lei aveva accettato che l’uomo uscito dalla casa per richiedenti asilo andasse a vivere nel suo bilocale.
Nel giro di poco tempo il comportamento del 25enne è cambiato.
Aveva allestito mezza casa a tempio privato per pregare. Di quaranta metri quadrati lei non poteva frequentarne almeno 20 se non al prezzo di ricevere insulti e botte. In poco tempo la donna ha speso circa 6.000 euro tra risparmi e quanto guadagnava. Per dare una vita dignitosa tutti e due (ma anche per gli acquisti di hashish che l’uomo faceva o per pagargli la palestra) lei aveva dovuto trovare anche un secondo lavoro. In cambio però riceveva solo botte e minacce di morte.
Una prima volta la donna aveva cercato di scappare di casa nel cuore della notte. Disperata, non aveva trovato però nessuno in giro che potesse aiutarla così lui l’aveva presa e ritrascinata in casa. «Come cazzo ti permetti di lamentarti donna; tu devi solo lavorare. Stai zitta o ti ammazzo maiale». Le parole contenute nel fascicolo d’accusa.
In un secondo caso il tentativo di fuga si era risolto con lui che le aveva tolto telefono e chiavi della macchina per non farla più scappare. E mentre lei si era rifugiata prima in bagno (restando chiusa a lungo) poi a letto per un’intera giornata, la “reazione” dell’uomo era stata quella di stuprarla, due volte. Per ribadire la sua supremazia di maschio. Solo dopo qualche giorno la donna è riuscita a trovare uno spiraglio per scappare. Lui si era recato in palestra con l’abbonamento pagato dalla “fidanzata”. Lei è fuggita al Commissariato di polizia.
Mentre denunciava tutto ai poliziotti la donna riceveva chiamate da lui. Che la minacciava, intimandole di tornare a casa. Scortata dai poliziotti, il 25enne anche davanti a loro ha continuato a minacciarla. E sono scattate le manette.
Minacce, violenza privata, rapina, stalking e violenza sessuale le accuse che i futuro dovrà affrontare davanti al giudice.

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