Malaria, caso sospetto per una 39enne. La donna ricoverata a Rimini

Forlì

FORLI'. Un sospetto caso di malaria è il motivo per cui si trova attualmente ricoverata nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale “Infermi” di Rimini la donna di 39 anni, di origini nigeriane, che sabato notte si è presentata al Pronto soccorso del “Morgagni-Pierantoni” di Forlì, città dove risiede da tempo.

Feto da proteggere

La scelta di trasferire subito la paziente al nosocomio riminese è stata dettata dal suo stato di gravidanza (ancora ai primi mesi) e dalla presenza all’“Infermi” del reparto di Neonatologia che garantisce una maggiore sicurezza alla donna in caso di emergenza. Per fortuna, però, le condizioni della 39enne sono descritte come buone.

Viaggio all’estero

La prima cosa che i sanitari hanno cercato di capire è quale potesse essere stata la fonte del contagio. E su questo sembra non ci siano dubbi, visto che la donna ha dichiarato di essere tornata da poco tempo da un viaggio in patria. Possibile quindi che, se si dovesse avere la conferma che si tratta di malaria, questa possa essere stata contratta in Africa. La trasmissione della malattia, infatti – ricorda in una nota l’Ausl Romagna – «non avviene attraverso contatti da persona a persona, ma solo tramite puntura di zanzara del genere anophele, di cui non si registra la presenza in Italia».

Le analisi

Nessun allarme, quindi, per i famigliari o le persone venute in contatto con la donna. Cautela anche tra i medici, che per il momento hanno definito i sintomi riscontrati nella paziente come «compatibili a quelli della malaria». Oggi comunque da Rimini dovrebbe arrivare la diagnosi definitiva alla luce degli esami effettuati nel reparto di Malattie infettive.

Attenzione elevata

«Come da protocolli – prosegue la nota dell’Ausl – è stata informata l’Igiene Pubblica per l’eventuale relativa indagine epidemiologica». Una grande attenzione, insomma, soprattutto dopo l’allarme causato dal caso inedito della bambina italiana di 4 anni morta a Trento proprio per malaria. Vicenda sulla quale medici e magistratura stanno ancora indagando. La grande incognita è quella sull’eventuale arrivo nel nostro Paese dell’insetto che veicola la malattia. Ipotesi definita da tutti gli esperti e addetti ai lavori molto remota.

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