Famiglia di Misano sfollata: fuga dalla tempesta di Harvey

Rimini

RIMINI. Quando hanno abbandonato la casa in cui vivono da oltre un anno, a The Woodlands, a 40 miglia da Houston, in Texas, l’acqua lungo le strade arrivava già sopra le ruote del loro camioncino. Il fiume Spring Creek era appena straripato, gonfiato a dismisura dalle piogge della tempesta tropicale provocata da quel che sulla terra ferma era rimasto dell’uragano Harvey.

«Tempo mezzora e non saremmo più riusciti a scappare, l’acqua stava invadendo tutto», Eleonora Tonti, raggiunta al telefono, racconta il dopo tempesta tropicale con la pacatezza di chi finalmente può sentirsi al sicuro. Misanese di 40 anni, insieme al marito Adolfo Basile di 42, e al figlio Antonio di 9, ieri, finalmente, ha potuto fare rientro nella casa di legno di The Woodlands che aveva dovuto abbandonare sabato quando dal cielo era venuto giù un inferno d’acqua.

La paura di Harvey

Da giorni erano pronti al peggio. Sapevano che prima o poi Harvey sarebbe arrivato e ne temevano la furia omicida. «Qui tra i tanti alberi che avrebbe scagliato in aria e le case costruire col legname non so davvero cosa sarebbe potuto capitarci», osserva Eleonora Tonti facendo capire di sentirsi tutto sommato fortunata. Il marito Adolfo Basile, un ingegnere arrivato in Texas per una compagnia petrolifera italiana, la Drillmec di Piacenza, aveva riempito la vasca da bagno e tutti i contenitori possibili di acqua - quella del rubinetto, dopo le inondazioni, non sarebbe stata più potabile. Lei aveva fatto scorta di ogni bene di prima necessità: latte e tanto scatolame. «È finito tutto in fretta - racconta ancora Eleonora -. Ancora ieri al market c’era la polizia all’ingresso. Facevano entrare solo poche persone alla volta». Il clima era quello di un assedio.

La tempesta

Quando hanno tirato un enorme sospiro di sollievo perché toccando terra Harvey era stato declassato, sono cominciate le piogge della tempesta tropicale. Venerdì sono state chiuse le scuole (riapriranno solo il 5 settembre) e gli abitanti di tutta l’area di Houston si sono preparati come hanno potuto al diluvio. «C’è stata una grande solidarietà. Noi siamo stati ospitati da un’altra famiglia italiana che abita su un’altura. Poi anche lì è andata via la luce, come un po’ dappertutto, e allora siamo stati ospitati da altri ancora che invece ne erano provvisti e così siamo riusciti a mangiare: quasi nessuno cucina con il gas, hanno tutti le piastre elettriche. Quando ci sono i blackout diventa impossibile cucinare».

Guardando le foto che arrivano via whatsapp dagli amici di Houston downtown, a soli 40 miglia di distanza, la famiglia Basile riesce a trovare consolazione. Le strade sono sommerse da tre o quattro metri di acqua, l’emergenza è assoluta, i danni incalcolabili. «Possiamo dire che ci è andata bene e ci sono persone che stanno molto peggio. Questa zona è preparata per fenomeni come le tempeste tropicali ma non di questa portata».

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