Confermato: la meningite ha ucciso il rugbista

Rimini

RIMINI. L’autopsia l’ha confermato. Il giovane turista inglese morto nel viaggio di ritorno a casa lo scorso 6 aprile dopo quattro giorni di vacanza a Rimini, è stato ucciso da una forma molto violenta di meningite. Restano perciò sotto osservazione, per almeno un’altra settimana, le 19 persone immediatamente sottoposte a profilassi antibiotica dall’Igiene pubblica dell’Azienda Usl dell’area vasta Romagna. Si tratta di altri 10 studenti dell’Università del Surrey arrivati in Riviera con mezzi propri, dei cinque tutor che organizzano i soggiorni e vivono in pianta stabile a Rimini, dei titolari e dei dipendenti dell’albergo di Marebello dove lo sfortunato rugbista ha soggiornato dal 2 al 6 aprile. Tre stelle riaperto solo per la comitiva inglese e solo per quei quattro giorni. Le indagini eseguite dall’Igiene pubblica hanno permesso di circoscrivere rapidamente il perimetro, molto ristretto, dove la vittima, descritta come un ragazzo schivo e introverso, si è mossa nel corso della vacanza riminese. La settimana di osservazione sarà seguita, come da protocollo, anche dai due autisti del bus su cui il 19enne ha viaggiato e dagli altri 47 colleghi di studio e gioco (palla ovale badminton) e dalle cheerleader. Il referto dell’anatomo patologo è già arrivato negli uffici della procura della Repubblica di Lodi che sulla vicenda ha aperto un fascicolo. Il 19enne, infatti, è stato soccorso dal personale del 118 nell’area di servizio Somaglia: lì il giovane ha avuto un malore e si è accasciato privo di sensi e non si è mai più ripreso. Sul posto è arrivata un’ambulanza del 118 che lo ha trasportato al pronto soccorso dell’ospedale Maggiore. La situazione era però già molto critica: il 19enne, in arresto cardiaco, è deceduto. Una volta ipotizzata la meningite come causa della morte, la comitiva di ragazzi e ragazze che nel frattempo aveva ripreso è stata bloccata attorno all’una del mattino all’altezza di Bellinzona, in Svizzera, dove sono stati sottoposti alla procedura medica e poi dimessi. Tre di loro, con febbre alta, sono stati trattenuti per essere sottoposti a ulteriori accertamenti ma è stata esclusa la meningite.

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