«Chi ha ucciso mio marito confessi, voglio la verità su quella notte»

Rimini

RAVENNA. «All’assassino di mio marito vorrei dire solo una cosa: perché lo hai fatto? Parla! E racconta tutta la verità; quello che è successo al mio Salvatore è una cosa allucinante, anche perché ancora inspiegabile».

A parlare è Filomena Sommella; la vedova di Salvatore Chianese, la guardia giurata 42enne uccisa giusto un anno fa in circostanze ancora misteriose in una cava di Savio ai bordi della statale Adriatica. Freddato durante un controllo notturno come tanti.

Un caso irrisolto per gli inquirenti, un lutto senza un perché per i suoi familiari che nel corso di un anno hanno rivissuto quotidianamente quell’incubo. «C’è chi dice che il tempo aiuta a dimenticare a cicatrizzare le ferite - racconta Filomena - ma purtroppo non è così. Anzi. Ogni giorno mi sembra tutto molto peggio. Non è vero che il tempo allevia il dolore».

Signora Filomena, lei crede che dopo un anno di indagini sia ancora possibile trovare l’assassino di suo marito?

«Io non credo che si possa trovare, io credo che si deve trovare. Per quanto mi riguarda non smetterò mai di credere nella giustizia. Trovare il responsabile servirà a dare un senso al mio dolore».

Ma lei in tutti questi mesi si è mai fatto un’idea personale su come e dove possa essere maturato questo delitto?

«Magari me la fossi fatta. Lo avrei detto subito agli inquirenti e magari avrei potuto dargli una mano. Ma purtroppo non è così...».

Alla luce del poco che è emerso non ha nemmeno un’ipotesi prevalente?

«Le ipotesi le fanno solo gli inquirenti. Io sono rimasta in contatto con gli investigatori, so che non hanno mai smesso di lavorare e so che fanno tutto il possibile per dare un nome all’assassino, ma non ho nessuna idea».

Cosa le manca di più di suo marito?

«Tutto. Tutto quello che ha saputo darmi in 22 anni che siamo stati insieme». (c.d.)

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