«Asili ai privati, silenzio sul bando»

Rimini

RIMINI. Non hanno alcuna intenzione di abbassare l’attenzione sulla gestione privata degli asili. Oltre ai sindacati, anche il gruppo di cittadini radunato sotto la bandiera di “Giù le mani dalle scuole di Rimini” torna a fare sentire la propria voce, dopo la manifestazione di piazza e la raccolta di firme.

«Chiediamo al Comune che fine abbia fatto l’esito della gara di appalto che ha regalato milioni di euro della collettività ai privati e disgregato la scuola pubblica - recita una nota -. L’apertura delle offerte al ribasso è avvenuta oramai da più di trenta giorni e a oggi tutto tace, nessuno ne parla, nessuno risponde alle decine di famiglie che presto dovranno decidere in quali scuole d’infanzia iscrivere i propri figli. Nessuno risponde a quelle famiglie che si chiedono a quale cooperativa saranno affidati i propri figli, con quali criteri saranno selezionate le insegnanti e quale esperienza avranno, quali progetti pedagogici saranno applicati e soprattutto quali garanzie di continuità potranno offrire aziende private con un turnover del personale ai massimi livelli».

Ricordiamo che al bando scaduto il primo dicembre hanno partecipato sedici aziende. E che la gestione affidata ai privati si sviluppa su tre anni e al termine riguarderà il 40 per cento delle sezioni.

«Il progetto di disgregazione dello stato sociale è al primo punto di questi politici d’assalto - continua la nota - che sottraggono risorse e diritti al territorio locale, convogliando consensi e interessi. L’amministrazione non risponde, impassibile nonostante una manifestazione cittadina con più di 600 persone, la raccolta di 3.500 firme per la scuola pubblica, la convocazione dal prefetto, un’assemblea generale dei sindacati, una conferenza a tema con pedagogisti, il supporto degli operatori precarizzati delle cooperative riminesi e bolognesi, la costruttiva esperienza fornita da Bologna Nidi, uno sciopero generale, comitati dei Nonni e dei Genitori, opposizioni contrarie, i recenti scandali sull’affidamento degli appalti scolastici in altri comuni».

“Giù le mani dalla scuola” chiude con l’ennesimo «grido d’ingiustizia promettendo all’amministrazione che continueremo a spiegare ai cittadini quali futuro lavorativo state creando per i nostri figli, li preparate per la vita con un deserto educativo e formativo, quando poi saranno pronti a lavorare dopo anni di sacrifici il vostro modello economico offrirà un futuro precario a 900 euro al mese in qualche cooperativa da voi scelta».

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