Qualità della vita: balzo in avanti

Rimini

CESENA. Qualità della vita. La Romagna esce esaltata dalla consueta graduatoria tra le 110 province italiane con una punta d’eccellenza segnata dalla provincia di Forlì-Cesena che si colloca al 12° posto assoluto in veloce ascesa rispetto agli anni corsi.

La graduatoria è quella stilata dall’Università “La Sapienza” in collaborazione con Italia Oggi, che ogni anno mette i fila tutti i parametri del buon vivere e riconteggia la situazione delle varie parti d’Italia.

In Romagna. Fatto 1.000 il punteggio complessivo della prima provincia assoluta (Mantova), Forlì-Cesena si è collocata al 12° posto con un punteggio di 808,85 in salita di 10 posizioni rispetto allo scorso anno. Rimini è nelle parti nobili di classifica con il 36° posto ed un balzo in avanti ancora più notevole di Forlì e Cesena rispetto allo scorso anno visto che ha scalato con i suoi 620,53 ben 12 posizioni. La risalita migliore ce l’ha però Ravenna che adesso si trova in 39ª posizione con 583,24 punti. Ma che lo scorso anno era ben 19 posizioni più indietro.

I motivi. Le motivazioni di questi miglioramento nella qualità della vita stando allo studio a livello universitario stanno sostanzialmente in due fattori. Comuni a tutte e tre le parti di Romagna coinvolte. La situazione dell’incidenza della criminalità. Che non è diminuita rispetto al 2015 ma (cosa che non accadeva da un po’ di tempo) si è quanto meno stabilizzata nel rapporto tra reati commessi ed azione di contrasto delle forze di polizia. Il benessere poi risulta aumentato anche in virtù di un quadro economico di lievissima ripresa. Le famiglie sembrano avere accumulato un po’ di risorse ed essere più propense anche a spenderne. Un segnale di fiducia che non fa uscire dalla crisi pre 2009 (per tornare a quei livelli di economia ci vorrà tantissimo tempo se mai vi si riuscirà) ma che permette a Forlì-Cesena e più in generale a tutte le province romagnole di avere una “vivibilità” migliore di tante altre parti d’Italia.

La situazione. Per dirla in maniera enogastronomica in classifica zucca, sbrisolona e Grana Padano adesso battono canederli e speck: è infatti Mantova la nuova regina della qualità della vita in Italia. Ha scalzato Trento, che dominava la graduatoria ininterrottamente dal 2011.

I cambiamenti rispetto al 2015 sono stati molti anche al di fuori dell’Emilia Romagna: ai piani nobili della graduatoria c’è stato l’ingresso sui gradini più alti del podio di Belluno, terza in salita dall’ottava posizione. Scivolano, invece, Pordenone (da terza a quarta) e Bolzano (da seconda a ottava).

Roma intanto è scivolata tra le province peggiori e in generale, resta ampia la frattura tra Nord e Sud del Paese.

Si sta a quanto pare disperdendo quello zoccolo duro di province meridionali dove tutto sommato si trovavano eccellenze rispetto alla media dell’area. Soffrono anche i grandi centri urbani. All’ultimo posto della classifica c’è Crotone, che pure rispetto alle altre province meridionali presenta alcuni elementi di discontinuità: qui, infatti, il tenore di vita è accettabile. «E la provincia è addirittura ricompresa nel gruppo delle più virtuose nelle dimensioni criminalità e popolazione - dice la ricerca - quindi responsabili della maglia nera sono affari e lavoro, ambiente, disagio sociale e personale, servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tempo libero». In generale la maggioranza degli italiani vive “male”. Ancora il 53,9% abita in territori dove la qualità della vita è scarsa o insufficiente.

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