Caos rifiuti, ora indaga la Procura

Rimini

RAVENNA. Sul caos rifiuti ora irrompe la procura. Un’inchiesta è stata aperta in queste ore in prima persona dal procuratore capo Alessandro Mancini.

Il reato ipotizzato sarebbe quello di “interruzione di pubblico servizio”, ma è ovvio che il quadro accusatorio potrebbe evolversi sin dai prossimi giorni, alla luce di eventuale materiale probatorio giudicato rilevante dagli inquirenti.

Massimo il riserbo sull’inchiesta, delegata in serata ai carabinieri del Reparto Operativo di Ravenna, da ieri già al lavoro su diversi fronti investigativi.

Al momento non risultano nomi iscritti nel registro degli indagati; il fascicolo è stato infatti formalmente aperto contro ignoti.

E’ logico ipotizzare che il primo passo degli inquirenti sarà quello di vagliare le varie fasi della gara d’appalto da 40 milioni di euro che ha portato Hera ad affidare al consorzio Ambiente 2.0 la raccolta dei rifiuti in provincia. Una raccolta che in questi ultimi giorni ha portato a segnalare disagi e scene obiettivamente mai viste da queste parti: come cassonetti stracolmi e rifiuti ingombranti abbandonati in diversi angoli della città.

Un campionario di scene poco edificanti ampiamente documentato, fotografato e condiviso dai ravennati sui social network, nonostante le continue rassicurazioni di Hera impegnata a far tornare la normalità.

La sensazione è che la procura - dopo oltre una settimana di disagi e polemiche - voglia andare fino in fondo per sondare eventuali rilievi penali del caso.

Tutto sarebbe nato dopo la gara d’appalto vinta da Ambiente 2.0 (consorzio del quale Aimeri è capogruppo) grazie a un ribasso del 14,14%, contro il 7,7 delle concorrenti coop ravennati tra cui Ciclat che, fino a poche settimane fa, avevano gestito il servizio. Considerato l’appalto da 20 milioni l’anno, per Hera si era profilato un risparmio da 2,5 milioni. Nulla da eccepire se non fosse che, in pochi giorni, la città è passata da un servizio di raccolta soddisfacente a uno inadeguato. Come è stato possibile arrivare a questo punto? Colpa delle inefficienze di chi ha vinto l’appalto? Oppure anche di chi ha selezionato i partecipanti alla gara? Da ieri le domande dei ravennati se le stanno facendo anche in procura.

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