Appello, confermata la condanna a Stecca

Rimini

RIMINI. «Sono deluso, molto deluso. A questo punto credo che chiederò di tornare in carcere, dove potrò lavorare e fare qualcosa di utile». Così Loris Stecca ha commentato ieri pomeriggio la sentenza con cui la prima sezione della Corte d’Appello di Bologna (presidente Grassi, giudici a latere Mori e Stigliano), ha confermato la condanna a 8 anni e 6 mesi di reclusione inflitta dal tribunale di Rimini il 28 maggio dello scorso anno. Anche i giudici di secondo grado come il collegio riminese presieduto da Massimo Di Patria, lo hanno riconosciuto colpevole del tentato omicidio dell’ex socia Roberta Cester e di un secondo episodio di “violenza privata” sempre ai danni della donna. «I giudici si sono presi 45 giorni per depositare le motivazioni della sentenza arrivata dopo appena un’ora di camera di consiglio» commenta l’avvocato Luca Ventaloro che con il collega Piero Ippoliti Martini compone il collegio difensivo dell’ex campione di boxe. «Ovviamente leggeremo con attenzione i motivi che li hanno spinti a confermare una condanna tanto dura quanto ingiusta - prosegue il legale - ma già adesso possiamo dire che presenteremo ricorso in Cassazione. Loris è rimasto visibilmente scosso alla lettura del dispositivo».

Il tribunale di Rimini, lo ricordiamo, aveva aumentato la sua condanna della metà rispetto a quella richiesta dalla pubblica accusa che si era “fermata” a 5 anni e 8 mesi.

L’aggressione a Roberta Cester era avvenuta nella palestra dell’area artigianale di Viserba che i due avevano rilevato il 27 dicembre del 2013. «Lo so che ho sbagliato e che devo pagare, ma non avevo nessuna intenzione di ucciderla». Così si è sempre difeso l’ex campione. Frase che ha ripetuto anche ieri e i suoi difensori cercheranno di motivare e far recepire anche agli “ermellini” che potrebbero rendere la sentenza definitiva.

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