La Digos bussa all'alba a Casa Madiba

Rimini

RIMINI. Erano le 5 di ieri, quando funzionari e agenti della Digos della questura di Rimini hanno bussato alla porta di Casa don Gallo. Una sveglia ancor prima dell’alba, da perfetto manuale di polizia stile anni di Piombo, per notificare sei decreti di perquisizione ad altrettanti simpatizzanti di Casa Madiba il cui nome è stato iscritto nel registro degli indagati della procura della Repubblica dopo il pestaggio di sabato scorso al Conad di via Dario Campana che ha spedito in ospedale, inizialmente con prognosi riservata, Mirco Ottaviani, al quale, a calci è stata fratturata l’orbita oculare destra. Quindici invece, i giorni scritti sul referto del militante sammarinese di Fn Andrea Lo Giudice.

La Digos, per ordine della procura, ai sei indagati (cinque italiani e un cittadino della Costa d’Avorio), ha sequestrato cellulari, smartphone, computer, chiavette elettroniche e tutti i supporti tecnici nella loro disponibilità utili per l’uso degli apparecchi elettronici e la memorizzazione dei loro contenuti. Questura e procura, nelle loro memorie, cercano le famose immagini annunciate da Casa Madiba che dimostrerebbero la provocazione di cui i simpatizzanti dei centri sociali sarebbero stati oggetto una volta raggiunto il Conad dove Fn aveva iniziato, regolarmente autorizzata dalla questura, la raccolta di cibo per aiutare gli italiani indigenti. Foto e video di cui avevano promesso la consegna ma che fino a ieri, però, non erano stati fatti pervenire agli investigatori. Al contrario, invece, di quanto fatto spontaneamente da due dei militanti di Forza Nuova “scampati” alla spedizione che hanno consegnato i rispettivi smartphone usati per riprendere tutte le fasi dell’aggressione. In proposito forze dell’ordine e magistratura invitano quanti abbiano fatto video o foto a mettersi in contatto con loro. Il materiale in possesso degli investigatori è già tanto, ma ci sono “fotoreporter”, come quello immortalato su un paio di siti, che sembra abbiano avuto inquadrature preferenziali degli eventi, non coperti dalle telecamere fisse.

Immagini come quelle nitide, che qualcuno dice difficilmente contestabili, che mostrano Ottaviani raggiunto da una serie di calci in faccia tirati da una persona mentre era già a terra. Un’altra, invece, scagionerebbe Lo Giudice dall’accusa di aver estratto una catena da sotto il giubbotto, non appena è iniziato il “faccia a faccia” con gli attivisti di Casa Madiba. Presunta arma che, invece, potrebbe essere volata fuori dal cestino di una bicicletta lanciata contro i militanti di Fn.

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