Muore a 52 anni, indagati undici medici

Rimini

FORLÌ. Undici medici sono stati indagati per omicidio colposo, su iniziativa del sostituto procuratore Filippo Santangelo, a seguito della morte del 52enne Giancarlo Colella, imprenditore edile, deceduto il 17 febbraio scorso nel reparto di Rianimazione del “Morgagni-Pierantoni”. La famiglia, patrocinata dall’avvocato Andrea Romagnoli, denuncia quelle che definisce gravissime lacune da parte del sistema sanitario, e del proprio medico di base, nei confronti del proprio congiunto.

Ieri mattina si è svolta l’autopsia condotta dal professor Giuseppe Fortuni, alla quale hanno preso parte i consulenti di parte degli indagati: Mauro Gherardi, Donata Dal Monte, Stefano Maitan, Aurelio Caminiti e Giorgio Rizzato e quello nominato dalla famiglia (la moglie e i due figli maschi di 30 e 27 anni), Donatella Fedeli. Gli stessi indagati sono difesi dagli avvocati Max Starni, Giovanni Principato, Paola Monaldi e Antonella Monteleone.

I vetrini e i prelievi istologi saranno esaminati il 21 marzo prossimo e da questi dovrà arrivare una risposta al perché della morte dell’uomo che aveva compiuto 52 anni il 3 febbraio scorso e che, ricordano i famigliari, godeva di ottima salute.

Si parla per il momento di uno “choc settico”, una infiammazione, dalle cause ancora ignote.

Sotto la lente anche gli ultimi giorni di vita dello sfortunato imprenditore, che accusa i primi malesseri - sotto forma di febbre - già l’8 febbraio, per poi essere portato dalla moglie al Pronto soccorso il 10. Dalla struttura è dimesso senza indicazioni particolari e con il consiglio di «assumere acqua a sorsi brevi».

Le cose, però, peggiorano già in serata quando la moglie chiama il medico di famiglia per una vista a domicilio che non dà, però, alcun esito. La situazione precipita durante la notte e alle 7 di mattina del giorno successivo l’ambulanza del 118 si precipita per prelevare l’uomo ormai incosciente. Ed è già in quelle ore che la famiglia presenta la prima denuncia per lesioni gravissime chiedendo il sequestro della cartella clinica stilata dal Pronto soccorso. L’accusa, in sostanza, è quella di aver sottovalutato totalmente le condizioni del paziente. «E’ inspiegabile come possa essere stato dimesso - ricorda il legale dei Colella - quando chiunque si sarebbe accorto dell’infezione in atto». Poche ore dopo il ricovero il 52enne accusa un infarto e il 17, alle 20.55, subentra il decesso. Colella, nato a Forlì nel 1964, aveva lavorato per anni in Germania dove aveva conosciuto la moglie con la quale era poi rientrato in Italia.

La famiglia, distrutta dal dolore, attende ora il nulla osta della Procura per poter celebrare i funerali, per poi chiedere con forza che sia fatta piena luce sulla dinamica che ha portato alla morte del proprio caro.

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