Smascherato l'autore delle polpette chiodate

Rimini

RAVENNA. Cani e gatti non sono la sua passione e infatti non ha animali domestici in casa. Ma sopporta ancora meno gli animalisti, un’avversione che nel tempo è diventata la sua ossessione, non condividendo il fatto che alcune persone nutrano più rispetto per i quattrozampe che gli esseri umani. Per questo aveva fatto partire la propria crociata, disseminando le aree verdi del paese e le zone deputate allo sgambamento dei cani di bocconi di prosciutto che celavano chiodi uncinati da lui stesso preparati. Almeno due bestiole hanno rischiato la morte dopo aver mangiato le polpette, salvate solo grazie alle cure veterinarie. Casi che hanno destato un forte allarme sociale e fatto scattare le indagini dei carabinieri che hanno individuato il responsabile, un 50enne di Riolo Terme denunciato per maltrattamento di animali.

A tradirlo è stata la serialità degli episodi ma soprattutto il suo estro artistico. In paese, come anche nella vicina Imola, in concomitanza con la comparsa delle micidiali esche erano infatti apparsi anche volantini che in qualche modo costituivano la “firma” dell’autore del gesto. Fogli con scritte inequivocabili (“can che abbaia non morde ma rompe le balle”) ed espliciti riferimenti al declino del senso della famiglia o della cura degli anziani a favore invece dell’amore per gli animali. Ma soprattutto disegni, come quello della ragazza con un’ascia insanguinata dietro una testa di cane mozzata. Vignette e fumetti così ben realizzati da orientare le indagini dei militari della Compagnia di Faenza, che hanno stretto il campo attorno ai residenti della zona che avessero effettuato un percorso di studi artistici.

L’attività sviluppata ha così portato a stringere il cerchio attorno all’uomo che, nonostante non svolgesse attività professionale in quel campo, era un abile disegnatore. Decisivo ai fini delle indagini anche l’individuazione di un blog riconducibile al sospettato che conteneva immagini simili. Elementi che hanno indotto gli inquirenti a chiedere un decreto di perquisizione autorizzata dal procuratore capo Alessandro Mancini e dal sostituto procuratore Daniele Barberini.

Quell’accertamento, come illustrato dal comandante provinciale dei carabinieri Massimo Cagnazzo e dal capitano della compagnia di Faenza Cristiano Marella, ha portato alla scoperto nell’abitazione dell’uomo delle prove che lo hanno inchiodato. Nel suo laboratorio artistico casalingo i militari hanno infatti trovato matrici dei volantini già affissi oltre ad altri di prossima affissione che prendevano di mira personaggi pubblici noti per la loro vicinanza alla causa animalista come Edoardo Stoppa di Striscia la Notizia e l'onorevole Michela Brambilla. Ritrovati anche chiodi dello stesso tipo utilizzato per preparare i bocconi killer, una macchina fotografica con foto delle polpette e dei luoghi in cui erano state disseminate e alcuni petardi svuotati e riempiti di pallini, simili a quelli recuperati da alcuni proprietari di animali nei cortili di casa.

Ormai scoperto, il 50enne ha ammesso le proprie responsabilità. E forse inconsciamente si aspettava che sarebbe finita così. Firmava infatti le vignette con lo pseudonimo di “Alamo” con un logo ispirato all’omonima battaglia simbolo delle cause perse. Come la sua.

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