Ladri nella camera con i bimbi a letto

Rimini

RAVENNA. I ladri tornano in casa sua in piena notte a sette mesi di distanza dal primo furto: la volta scorsa arrivarono a sfilarle un prezioso anello dal dito forse stordendola nel sonno, e questa volta hanno alzato il tiro arrivando a fare irruzione nella camera delle bimbe di appena 9 e 5 mesi. Hanno rubato i loro portamonete con dentro i pochi spiccioli, il tutto a pochi centimetri dalle piccine addormentate. Non paghi, hanno girato per casa anche quando i proprietari si sono alzati dal letto, ormai spaventati. «Vogliono metterci paura, ma io non ne ho - racconta Simona, vittima del doppio furto -. Farò tutto quello che mi è possibile per denunciare questa violenza inenarrabile: è inaccettabile che non ci si possa sentire al sicuro nel letto di casa». Rubati 10mila euro nel primo colpaccio, pochi spiccioli la seconda volta, e ora Simona ha chiesto un incontro al prefetto per parlargli del suo incubo e dei due choc subiti. «Ci dicono che per stare al sicuro dobbiamo montare inferriate, attivare allarmi, magari avere in giardino un cane violento o una pistola nel comodino: ma stiamo scherzando?».

Era il 23 luglio scorso quando, nell’abitazione di via Sillaro che Simona Zampetti condivide con un’amica e le sue due figliolette, i ladri entrarono dalla finestra della sua camera, lasciata socchiusa per il caldo. Forse la stordirono con qualcosa («Ho il sonno leggerissimo»), le sfilarono un anello dal dito e poi si diressero nella camera dell’amica, che non c’era, e la misero a soqquadro. Rubarono anche soldi e un rolex per 10mila euro. Sarebbe bastato quel furto a spaventarla, ma evidentemente ai ladri non bastava. «Venerdì scorso ero partita per lavoro. La notte tra sabato e domenica quindi non c’ero, ma alle 2.20 mi arriva l’sms della mia amica, sotto choc: i ladri erano tornati». E i terribili momenti del furto, Simona li racconta come se li stesse vivendo lei in prima persona, arrabbiata com’è. «Sono tornati con arroganza - calca Simona -. Hanno preso una lunga e vecchia scala del mio vicino e sono riusciti a entrare dalla finestra della mia camera, posizionata a circa 5 metri da terra. Non hanno rovistato in bagno come l’ultima volta, quando rubarono anche profumi ed effetti personali, ma sono andati dritto nella camera delle due bimbe che stavano dormendo a letto: se ci penso...». Da lì, hanno portato via i due borsellini delle piccole, con gli spiccioli del gelato. «Alla grande non abbiamo detto ancora nulla: è così sensibile che ne rimarrebbe turbata a vita...», scuote il capo Simona. Poi, si sono trasferiti nella camera della madre. «Nella fretta, la sera prima, aveva gettato lì a terra il borsello e li ha sentiti, capisce? Ha sentito strisciare sul letto e non si è alzata subito ma dopo qualche istante». Il tempo di scendere giù verso la cucina, pensando che ad essere sveglia fosse una delle due bimbe, per rendersi conto di quello che stava accadendo. «Ha visto il cane dentro, tutte le luci accese, e nel corridoio tutto sparpagliato a terra. A quel punto, ha capito. Il tempo di rendersi conto, per sentire alle sue spalle la porta a soffietto della cucina chiudersi». E la tensione che sale in un crescendo inarrestabile. «E’ salita su di corsa per andare a proteggere le bimbe a letto: si è spostata sul terrazzo e, facendo più in silenzio possibile, ha chiamato i carabinieri: nel frattempo, il ladro è scappato», non si dà pace Simona. «Questo quartiere - prende fiato - lo fanno secco un giorno sì e uno no, entrano anche nelle case con gli allarmi, io sono cittadina cosciente e consapevole ma di questa violenza mi sono davvero stancata. Non intendo prendermela con i poveracci ma con chi ci dovrebbe proteggere. L’obiettivo dei ladri è di farci paura? Io non ne ho: ho chiesto un incontro al prefetto e non mi fermo. Se le istituzioni vogliono rispondermi che non ci possono fare niente, me lo mettano per iscritto».

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