Soldi in busta paga a chi va in bicicletta

Rimini

RIMINI. Soldi in busta paga per chi sceglie la bicicletta per andare al lavoro. E’ il progetto a cui sta pensando l’amministrazione comunale e che oltre ai lavoratori pubblici potrebbe coinvolgere anche le aziende private.

L’ecobando. A fine gennaio il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha annunciato che il governo intende mettere a disposizione 35 milioni di euro per lo sviluppo della mobilità verde. Spetterà poi ai Comuni individuare dei progetti grazie ai quali incentivare i cittadini a lasciare a casa l’auto. Il Comune di Milano ha già pensato di riprendere l’iniziativa lanciata con successo in Francia a fine 2015. E cioè offrire dei bonus economici ai lavoratori che scelgono la bici piuttosto che l’auto o lo scooter soprattutto per abbassare il livello delle polveri sottili che da sempre affligge il capoluogo della Lombardia. In Gran Bretagna invece le aziende acquistano le bici, le noleggiano ai dipendenti con una trattenuta mensile e alla fine il mezzo diventa del lavoratore. Ora Rimini sta pensando di seguire il modello francese.

«Rinunciare all’automobile - afferma il sindaco Gnassi - è difficile, per pigrizia, per comodità o più semplicemente perché cambiare un’abitudine richiede uno sforzo che il più delle volte non si ha intenzione di compiere. Chi però fa questo scatto difficilmente torna indietro, perché nota subito benefici concreti per la salute, per le tasche e pure per l’ambiente. Allora, pur di fronte a queste evidenze, è necessaria una spintarella».

Busta paga più pesante. L’idea è quella di offrire un “indennizzo” di 25 centesimi per ogni chilometro percorso da chi va in ufficio a pedali. Per un lavoratore che deve percorrere 10 chilometri al giorno (5 all’andata e 5 al ritorno) il vantaggio in busta paga si traduce in 2,5 euro al dì che, calcolando 22 giorni, diventano oltre 50 euro in più di stipendio al mese. Ma il vantaggio è anche maggiore se si considera il risparmio di benzina e di manutenzione dell’auto.

Resta comunque in piedi tutta una fila di interrogativi su come verificare effettivamente se un dipendente è arrivato in Comune o in fabbrica in bici (specie di fronte a numeri elevati di lavoratori), qual è la reale tratta di percorrenza, e soprattutto chi è demandato al controllo visto che in Italia il rischio “furbetti” è sempre dietro l’angolo. Senza trascurare il fatto che le bici vanno in qualche modo custodite. A Parigi, nel dubbio, i controlli sono affidati alle aziende stesse che ne ricavano preziosi sgravi fiscali.

Lavori in corso. Sulla mobilità sostenibile la giunta Gnassi sta spingendo... sui pedali. «Abbiamo già investito risorse ed energie che hanno portato a incrementare la rete delle piste ciclabili del nostro territorio da 71 chilometri del 2011 ai 93 di fine 2015. E diventeranno oltre 103 entro fine anno, grazie ad altri dodici interventi previsti nel 2016 per collegare l’intero territorio, senza più frazioni».

In questi giorni sarà ultimata la nuova pista ciclabile, che da piazzale Boscovich, lungo le banchine del porto, arriverà fino a via Matteotti, primo stralcio dell’Anello Verde. Nelle prossime settimane inoltre partiranno i lavori per altre due nuove piste, sulla via Marecchiese lunga 1.200 metri e quella su via Beltramini di 300 metri.

Il sindaco. «Avere una rete ciclopedonale in grado di collegare il centro con il mare e con la zona a monte della statale, rappresenta il primo, indispensabile, stimolo per chi sta pensando di abbandonare l’auto a favore della bici. Insieme al potenziamento della rete delle ciclabili, Rimini ha intenzione di concorrere al bando nazionale, presentando anche una proposta di incentivo economico sulla falsariga di quella francese per chi decide di percorrere in bici il percorso casa-lavoro. Il vero beneficio per la comunità è il risparmio di inquinamento, a tutto vantaggio della vivibilità complessiva».

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