Liceo scientifico, colpito dal virus con richiesta di "riscatto"

Rimini

RAVENNA. Una mail per nulla sospetta, un click e il buio improvviso e la metà dei pc del liceo scientifico finiscono fuori uso. Persi i dati nei computer della sala insegnanti, “hackerati” anche parte dei 40 in uso alle altrettanti classi; chiusi temporaneamente, anche se non colpiti, i laboratori e la sala internet. Chi ha inoculato il virus ha chiesto anche un “riscatto”: poche centinaia di euro per recuperare tutti i dati persi, ma non ci sarà bisogno di cedere, lascia intendere il preside Dradi. I tecnici sono infatti al lavoro da ieri mattina per uscire dal black out informatico, le lavagne interattive multimediali funzionano e i dati persi non sono sensibili. Ma la polizia postale mette al riparo: quella del Criptolocker, il pericoloso virus che dal 2013 sta infettando i pc di mezzo mondo, è “moda” diffusa anche in provincia. Almeno una decina le segnalazioni nell’ultimo mese a Ravenna, ma i casi sono molti di più e mai denunciati.

Alla denuncia ci sta invece pensando il preside del liceo Scientifico “Oriani” Gianluca Dradi: d’altronde, il rientro a scuola ieri mattina è stato amaro. Il virus è di quelli inviati via mail, dove basta aprire il file allegato o cliccare sul link riportato per farsi infettare l’intero sistema di rete. Ciò che più importa è che il server della segreteria, spiega il preside, non sia stato intaccato per cui tutti i dati degli studenti sono al riparo da sguardi indiscreti, ma sono comunque finiti fuori uso una quarantina di computer, tra quelli delle classi e quello in uso alla sala insegnanti. «Si tratta del più classico Criptolocker, un virus che viene iniettato via mail - spiegano dalla polizia postale di Ravenna -: di norma sono e-mail credibili, come provenienti da corriere di spedizioni o da agenzie governative. Aprendo il link o l’allegato, il virus si spande nel pc e in tutto il server a cui è collegato il computer criptando tutti i dati in possesso. Il software per decriptare i dati viene contestualmente “offerto” a pagamento. Insomma, un ricatto di norma presentato a poche centinaia di euro, in maniera tale che più persone si facciano convinte a pagare. Di casi simili, ne abbiamo tutte le settimane: nell’ultimo mese, in provincia, ci sono arrivati forse una decina di casi ma sono tanti quelli che pagano e non segnalano alla Polizia postale». Evitare il virus è quasi impossibile, ma difendersi lo è. «La mail arriverebbe comunque e comunque verrebbe normale aprirla - spiegano dalla Postale -, ma è necessario farsi un back up dei dati quotidiano e avere un antivirus. Così, al massimo si corre il rischio di perdere i dati inseriti solo nell’ultimo giorno di attività».

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