«Soldi nascosti per evitare il risarcimento»: nuova condanna per il prof che molestò l'allieva

Rimini

RAVENNA. Un anno di reclusione e una provvisionale da 20mila euro da pagare ai genitori della povera Elisa. La notizia dell’ultima condanna all’ex professore del Ballardini di Faenza, Ezio Foschini, i suoi avvocati gliel’hanno portata ieri nella sezione “protetti” del carcere di Forlì, dove si trova recluso da circa un anno per scontare i tre anni di pena confermati dalla Cassazione il 30 ottobre del 2014 per la violenza sessuale commessa (nel 2007) nei confronti di Elisa Zaccarelli, all’epoca sua studentessa 15enne. Elisa, purtroppo, si suicidò più di un anno fa; all’indomani della sentenza del tribunale di Ravenna che intimava ai suoi genitori di risarcire quelli di Foschini, dopo un processo in sede civile finito male (in primo grado) e intentato per cercare di ottenere un risarcimento “aggredendo” i conti correnti del padre del prof. Ma per il giudice lui non c’entrava niente e anzi subì addirittura un danno da quell’azione legale.

Una storia kafkiana che ha fatto il giro d’Italia, anche perché alla luce di tutto questo attualmente il padre di Elisa versa ancora un quinto del suo stipendio per risarcire l’uomo che molestò la figlia (in quanto erede del padre, nel frattempo deceduto). Ieri Foschini era invece a processo per “mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice”. E si tratta del terzo procedimento penale nei suoi confronti. Secondo l’accusa Foschini tentò in pratica di diventare nullatenente per evitare che la famiglia di Elisa potesse “aggredire” i suoi beni in caso di condanna. In un primo momento cercò di portare tutti i suoi risparmi (circa 160mila euro) nei conti correnti degli anziani genitori. Ma venne scoperto dalla Guardia di Finanza e denunciato. Per quell’episodio è già stato condannato in secondo grado a 1 anno di reclusione. Successivamente - tra il 2009 e il 2010 - cercò invece di “monetizzare” quel patrimonio con continui prelievi nelle varie filiali e nei bancomat. Il suo obiettivo - per la Finanza - era quello di rastrellare la liquidità e metterli molto probabilmente in cassette di sicurezza. Così come emerge da quegli appunti dettagliati trovati durante una perquisizione: “Mamma deve dire a tutti che non abito più qui”, oppure “devo diventare nulla tenente”. “Se dicono se ho la macchina dite ke l’ho venduta per pagare avvocati”. Un percorso ricostruito ieri nel dettaglio anche dall’avvocato di parte civile Simone Balzani. Poi è toccato all’avvocato Valgimigli. E le sue parole hanno riempito di emozione l’aula: «Foschini, un uomo che la Finanza trova in mutande mentre cerca di nascondersi durante una perquisizione, è una persona che dimostra un totale menefreghismo per la giustizia. Perché siamo arrivati a questo? Un’intera città, Faenza, se lo chiede ancora, e qualunque sia la risposta possiamo dire che noi adulti Elisa non l’abbiamo aiutata. Ma quei soldi - ha ribadito l’avvocato - non sarebbero serviti ad arricchire nessuno, ma solo a garantire uno psicologo e delle cure a una ragazza che forse si sarebbe potuta salvare e che oggi purtroppo non c’è più». (c.d.)

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