Ladri armati di piccone, stessa casa dopo un mese

Rimini

RIMINI. I ladri sono tornati, questa volta armati di piccone, per finire il “lavoro” iniziato circa un mese fa quando già avevano svaligiato la casa dell’avvocato riminese in viale Tripoli. Ma quella volta non erano riusciti ad aprire la cassaforte e così lunedì scorso hanno tentato di smurare il piccolo forziere che avevano individuato nel corso del primo furto: ma il rumore provocato dalle picconate ha messo in allarme agli abitanti della palazzina il cui intervento ha fatto desistere i malviventi.

Era già successo a fine dicembre, quando l’avvocato era rientrato in casa, facendo scappare i ladri che però nel frattempo erano riusciti a mettere a soqquadro la casa, portando via tutti gli oggetti preziosi che erano riusciti a trovare. Non erano però riusciti ad aprire la cassaforte, nascosta dietro un quadro nel salotto.

Sul posto, in quella occasione, era intervenuta la polizia di Stato per i rilievi di rito e, vista la situazione, gli agenti avevano consigliato alla padrona di casa di portare via tutte le cose di valore dalla cassaforte e di lasciarla aperta. I malviventi, infatti, avendola scoperta sarebbero potuti tornare e finire il lavoro. E così è stato qualche giorno fa: mentre l’avvocato si trovava nello studio al piano terra ha sentito dei forti rumori provenire dai piani alti. Lì per lì ha pensato che i familiari che risiedono nella stessa casa stessero facendo dei lavori, stessa cosa hanno pensato gli altri, fino a quando, chiamandosi, hanno scoperto che nessuno di loro era l’autore dei rumori e così hanno scoperto i ladri che si sono dileguati senza lasciare traccia. La cassaforte però nel frattempo era stata svuotata e il colpo dei soliti ignoti è andato a vuoto. Un’esperienza che ha profondamente turbato la professionista riminese che non si sente più sicura.

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