Il Comune "assume" 168 telecamere

Rimini

RIMINI. E’ una sorta di “grande fratello” ogni giorno più grande. Alla fine del 2015, dopo una commissione dedicata alla sicurezza, l’assessore alla polizia municipale Jamil Sadegholvaad, comunicò l’esistenza di 50 telecamere pubbliche (più altre 300 private) puntate verso l’esterno a tenere sotto osservazione ampie porzioni cittadine: da via Cairoli al Centro V Peep, passando per Miramare, le piazze Ferrari, Gramsci, Tripoli, Tre Martiri, Cavour, i parchi Cervi, Pertini e XXV Aprile, più tutta una serie di parcheggi e singole vie.

E’ di ieri la notizia che il Comune ha “arruolato” altre 168 telecamere interne (diciamo così), un sistema di videosorveglianza per controllare i luoghi di pregio, come ad esempio il Museo e il Galli, da furti, atti vandalici e altro. Una parte di apparecchiature è già posizionata, un’altra lo sarà nei prossimi mesi. E per rispettare la legge è stato necessario siglare un accordo con i sindacati.

Infatti. Palazzo Garampi ha necessità di installare negli ambienti di lavoro, sistemi e impianti di videosorveglianza, al fine di prevenire e contrastare eventi criminosi quali furti, atti vandalici e altri danni, nonchè per garantire la sicurezza dei propri dipendenti. Siccome si interviene negli ambienti lavorativi e si può configurare una sorta di controllo a distanza di chi lavora, è stato necessario mettere tutto nero su bianco.

A tal proposito recita l’accordo pubblicato ieri sull’Albo pretorio on line. «Le parti convengono che l’installazione e l’utilizzazione degli impianti di videosorveglianza siano finalizzate esclusivamente alla prevenzione e al contrasto di possibili eventi criminosi, restando esclusa ogni altra finalità, diretta o indiretta, di controllo a distanza dell’attività lavorativa».

Firmato il papiro e sistemate tutte le garanzie dei dipendenti comunali, resta da analizzare la parte più “succosa”. Palazzo Garampi nel giro di qualche mese punterà sui propri gioielli qualcosa come 168 telecamere, alle quali aggiungere un certo numero di monitor e videoregistratori. Si tratta di un impegno di spesa nell’ordine dei 200mila euro (per ora lo stanziamento è questo, ma può essere implementato), al quale un progetto specifico della Regione ne garantisce altrettanti.

Gli edifici da tutelare fanno in genere rima con cultura, educazione, sport. Ma non solo.

Ecco allora che nove occhi elettronici tengono d’occhio la Domus del chirurgo in piazza Ferrari, altre undici il Palazzo Gambalunga, molte di più (una quarantina) il Museo della Città. Stesso ragionamento per il Foyer del Galli e il Neri.

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