Scarica filmati di guerra girati in Siria, operaio indagato per terrorismo

Rimini

FAENZA. Dopo i foreign fighters partiti dal Ravennate, un altro caso fa suonare di nuovo l’allarme sul territorio in relazione al terrorismo di matrice islamica. Indagini dei carabinieri del Ros hanno condotto gli investigatori fino a un operaio marocchino, con cittadinanza italiana, residente nel Faentino, che aveva scaricato da internet materiale sospetto: filmati realizzati in zone di guerra, presumibilmente in Siria.

Indagato per terrorismo, l’uomo è stato interrogato nei giorni scorsi dai pm antiterrorismo di Bologna, con l’assistenza di un legale. L’indagato si è difeso spiegando di aver scaricato le immagini per curiosità, negando ogni forma di “condivisione ideologica” con i militanti jihadisti.

La perquisizione disposta dagli inquirenti a carico dell’operaio rientra nelle attività di monitoraggio a carico di persone sospettate di avere legami con il terrorismo di matrice islamista in Emilia-Romagna. Si tratta di attività che, dopo la strage di Parigi e nell’attuale situazione di allerta, sono stati intensificati.

Quello faentino non è il primo caso in tempi più recenti in Emilia Romagna. Da qualche tempo, infatti, anche un 31enne reggiano risulta iscritto nel registro degli indagati della procura distrettuale di Bologna per reati afferenti il terrorismo e per aver pubblicato alcuni post ritenuti estremi sulla sua pagina Facebook. L’uomo si dichiara convertito all’Islam.

Nel Ravennate, in particolare, l’attenzione è massima riguardo alle possibili attività di reclutamento e snodi “logistici” delle cellule terroristiche. Degli 87 foreign fighters dell’Isis transitati in Italia, ben 9 - il 10% - veniva da Ravenna, secondo dati recentemente resi noti dal ministero della Difesa.

Che la città fosse stata indicata come possibile crocevia dalle frange estremistiche, lo si era capito anche nei mesi precedenti, quando erano emerse le prime notizie di combattenti dell’Isis morti al “fronte”, ma con una vita normale alle spalle tra la Tunisia e Ravenna: erano Mohamed El Hanssi e Beji Ben Amara, entrambi radicati in città ma partiti e caduti in Siria combattendo nel nome dello Stato islamico. Secondo gli inquirenti, però, insieme a loro sarebbero partiti dalla città per poi morire in guerra almeno altri due stranieri. E nel capoluogo sarebbe stata attiva nel tempo una cellula jihadista di almeno sei persone.

Nella primavera scorsa, l’arresto di un altro presunto terrorista, Nousair Louati, fece emergere altri collegamenti tra Isis e Ravenna. Infine, nelle scorse settimane, la lista redatta dall’intelligence e consegnata al ministero alla Difesa ha aggiornato il dato e raccontato una realtà ancora più preoccupante per Ravenna, da dove sarebbero passati almeno nove dei combattenti dello Stato islamico ora attivi in Siria.

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