Rifiuti, scontro fra Comuni ed Hera

Rimini

FORLÌ. Sono ai minimi storici e al massimo della tensione, i rapporti tra Hera, Forlì e gli altri Comuni dell’Unione che hanno deciso di staccarsi dalla holding (tutti tranne Premilcuore e Santa Sofia) per avviare nei primi mesi del 2017 il servizio di spazzamento, raccolta e differenziazione dei rifiuti attraverso una società pubblica “in house”.

Rapporti che sfoceranno in una prima, aspra, battaglia già domattina, quando nell’assemblea territoriale di Atersir i sindaci delle 30 municipalità della provincia dovranno decidere se contestare la multiutility o accettare di coprire i 5,5 milioni di euro di costi aggiuntivi che dichiara di avere sostenuto a Forlì-Cesena rispetto alle previsioni del piano di gestione rifiuti 2015 (di base 55,6 milioni), con un conseguente rincaro in bolletta per i cittadini. Una patata bollente, anche per come Hera si sarebbe posta nell’incontro tenutosi a Bologna con tutte le Amministrazioni della Romagna. L’assessore all’Ambiente Nevio Zaccarelli non usa troppi giri di parole. «Hera ha detto che se non paghiamo bloccherà tutti i progetti in corso, compresa l’estensione della raccolta porta a porta - accusa -. E’ inaccettabile come è una grave scorrettezza la lettera inviata oggi (ieri, ndr) ai sindaci del Forlivese in quanto soci e firmata dal presidente Tomaso Tommasi di Vignano. L’azienda gestrice del servizio vuole puntualizzare sul nostro processo di creazione di un’alternativa costituita dalla società “in house”. Risponderemo punto su punto, ma il confronto lo vogliamo solo con chi si pone con noi in modo corretto».

Parole al curaro, tanto quanto quelle del sindaco Davide Drei: «Le valutazioni critiche sullo studio affidato alla società veneta Contarina e a un progetto esecutivo che conoscono solo i sindaci del territorio e la Regione, sono sorprendenti, improprie e generiche. Su cosa si basano? Noi non ci sentiamo tutelati da un gestore che entra così pesantemente su una progettazione dei Comuni e mette in difficoltà i cittadini. Chiederò al presidente della Regione Stefano Bonaccini di essere garante delle pari opportunità da concedere a chi vuole attuare soluzioni alternative a quelle proposte da Hera. Il confronto si faccia sugli obiettivi che la stessa Regione pone e che il nostro piano persegue appieno».

Quello che entro tre mesi il Forlivese vuole portare all’approvazione di Atersir per costituire la nuova società nel 2016. Secondo la holding i costi per i cittadini salirebbero. «Non esiste - tuona Zaccarelli -. Noi stimiamo che con la società pubblica, in un anno, sul territorio ogni abitante passi dal pagare in media 161 euro di Tari, a sborsarne 125. I costi caleranno progressivamente dal 20 al 40 per cento sino ad arrivare alla tariffa puntuale che è il vero fine, condiviso dai sindaci, assieme alla riduzione di rifiuti prodotti e conferiti all’inceneritore. Tentennamenti o fraintendimenti non ce ne saranno».

Con il nuovo metodo, entro il 2020, si vuole abbattere da 711 chili ad abitante a 550 la produzione totale dei rifiuti, riciclare ben oltre l’attuale 36,8 per cento e passare da 314 a 150 chili pro capite di indifferenziato a incenerimento. «Il Forlivese può passare da 57.386 tonnellate annue portate all’inceneritore a 20mila. Costando ogni tonnellata bruciata 125 euro, il calcolo è semplice: risparmieremmo anche 4,6 milioni di euro. Noi un progetto con questi traguardi lo avevamo chiesto ad Hera, ma non ci siamo trovati né sul metodo né sulla proposta economica».

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