Più violenze sessuali denunciate

Rimini

FORLÌ. Da un lato crescono le denunce per violenza sessuale che finiscono all’attenzione dell’autorità giudiziaria forlivese. Dall’altro si riducono invece, ad esempio, gli ammonimenti per atti persecutori, o stalking. Due reati diversi di cui nella stragrande maggioranza dei casi sono vittime le donne e che rappresentano due facce di una stessa medaglia: laddove una rete di supporto esiste le donne escono allo scoperto.

Dal tribunale. Il dato delle violenze sessuali lo ha pubblicato la Procura di Forlì nel proprio Bilancio sociale già on line: nell’anno giudiziario 2013/2014 le denunce per questo reato arrivate dalle forze dell’ordine all’autorità giudiziaria erano state 38, nell’anno 2014/2015 appena chiuso esattamente il doppio: 76, e da queste cifre sono esclusi i reati compiuti su minori. Proprio sui reati legati alla violenza di genere e su minori la Procura forlivese ha istituito negli ultimi anni un pool di magistrati specializzati.

Dalla Questura. Un altro reato di cui le forze dell’ordine si occupano spesso sono gli atti persecutori, o stalking. Il Centrodonna ha evidenziato che 12 donne, delle 315 che hanno fatto ricorso al loro sportello quest’anno, cercavano proprio di sfuggire a situazioni persecutorie. L’ultimo caso grave in città risale a circa tre settimane fa quando un uomo è stato arrestato dalla polizia di Forlì davanti allo stadio dopo aver sbarrato la strada con l’auto alla propria ex e averla minacciata con dei cacciaviti. «Una ventina di segnalazioni per stalking ogni anno arrivano ai nostri uffici - spiega il dirigente della Squadra mobile forlivese Claudio Cagnini -. Per questo tipo di reato abbiamo uno strumento di prevenzione che negli ultimi anni, dall’entrata in vigore della legge sullo stalking nel 2009 a oggi, ha dato a nostro parere buoni frutti: l’ammonimento. Si tratta di una misura preventiva che con atto amministrativo del questore può essere emessa, verificata la fondatezza del pericolo, per riportare a più miti consigli la persona indicata come persecutore. In caso di reiterazione della condotta persecutoria, la denuncia scatta d’ufficio. Nel tempo dirigenti e personale di polizia sono stati formati su questi temi, e oggi anche in sede di primo intervento vengono utilizzate modalità più efficaci». Nel corso del 2015 gli ammonimenti emessi dal questore di Forlì sono stati 3, erano stati 18 nel 2014, 13 nel 2013, 5 nel 2012, 10 nel 2011, 7 sia nel 2010 che nel 2009, primo anno di applicazione della legge. «Il numero basso di ammonimenti, rispetto alle richieste di intervento per stalking, conferma che un accurato primo intervento e approfondimento da parte nostra, consente di sedare sul nascere la maggior parte delle situazioni senza che la donna, perché nella quasi totalità dei casi di donne si tratta, debba andare oltre», spiega ancora Cagnini. Non ci sono stati, finora, a memoria di polizia forlivese, atti di violenza o lesioni che abbiano fatto seguito a un procedimento di ammonimento per stalking. «Si tratta in genere di uomini, adulti, che non accettano la conclusione di un rapporto - spiega il dirigente della sezione Anticrimine della questura di Forlì, Giuseppe Caldaci -. L’ammonimento non è una misura conciliativa, quindi il nostro primo compito è verificare la fondatezza della richiesta della potenziale vittima, e solo in piccola misura si sono verificati casi di richieste strumentali in genere in sede di separazione conflittuale. Questa fase di approfondimento è importante anche laddove sussista effettivamente un disagio e spesso un primo intervento accorto è sufficiente a riportare a più miti consigli l’uomo».

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