Ferisce il fratello con un colpo di accetta

Rimini

RIMINI. Ha chiesto al fratello, con modi tipicamente rudi, la riconsegna di 50 dei 200 euro che gli aveva affidato «perché - come ha spiegato al giudice - sono uno spendaccione». Ma quando al posto della banconota ha ricevuto un rifiuto, ha “perso” la testa, afferrato un’accetta e ferito, dopo alcuni tentativi falliti, il fratello di striscio a una gamba.

L’aggressore un 51enne con alle spalle una vecchia denuncia per minacce (sventolò sotto il naso di una fidanzata un piccone), passata la serata di lunedì nella cella di sicurezza della questura, ieri mattina assistito dall’avvocato Marco Lunedei ha patteggiato una condanna a 6 mesi (pena sospesa) per lesioni personali aggravate, ed ha fatto ritorno nella villetta a due passi dalla Rocca Malatestiana dove al pian terreno ha raggiunto il ferito medicato e dimesso dall’Infermi con una prognosi di 3 giorni. Entrambi, infatti, vivono infatti sotto lo stesso tetto e assieme accudiscono il padre 92enne, costretto dagli acciacchi della vecchiaia a vivere su una sedia a rotelle e proprietario della palazzina.

La storia. Il pomeriggio alla “Shining” inizia 20 minuti dopo le 17 di lunedì quando il ferito, di due anni più vecchio, torna a casa dal lavoro e si imbatte nell’aggressore visibilmente agitato. Che va dritto al sodo: «Ho bisogno di 50 euro dei soldi che ti ho dato»; 200 euro in tutto, parte dello stipendio da operatore ecologico, lavoro partime che il prossimo anno lascerà per andare in pensione. Il fratello, come detto, fedele alla consegna ricevuta, risponde picche. E tra i due iniziano a volare parole grosse. Poi, all’improvviso, il “disoccupato”, infila la porta, va nella rimessa, prende l’ascia lunga più di un metro e inizia a farla roteare davanti alla faccia del fratello che schiva un colpo dopo l’altro fino a quando la lama lo “pizzica” a una coscia. L’urlo di dolore e paura richiama l’attenzione dell’ex moglie dell’aggressore che abita con i due figli al piano superiore. La donna telefona al terzo fratello che mentre si precipita da Spadarolo a Rimini allerta anche il 113. Quando i soccorsi arrivano trovano il ferito in stato di choc disteso sul proprio letto. L’aggressore, invece, è nella sua di stanza, al buio, con l’ascia stretta nelle mani. Dice frasi minacciose. Il fratello “sano” lo convince a non fare altre fesserie e a consegnare l’arma. Poi lo prende in custodia l’equipaggio dell’Ufficio prevenzione generale soccorso pubblico, mentre un’ambulanza del 118 porta “l’accettato” al pronto soccorso dell’Infermi per ricevere le cure del caso.

Davanti al giudice l’arrestato si è detto molto dispiaciuto ed ha assicurato che tornerà a farsi seguire da uno psicologo che già in passato lo ha aiutato a far fronte a situazioni di stress emotivo.

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