Raggiri all'assicurazione: in 13 nei guai

Rimini

CESENA. In appena 12 mesi trentuno incidenti stradali di cui 27 sono stati regolarmente liquidati dall’assicurazione. Tutti riconducibili ad un’unica “maledetta” targa di prova. Con la quale si andava spessissimo “a sbattere”.

Per la magistratura adesso però questa “maledizione” sarebbe in realtà una truffa, che il referente di una rivendita di auto cesenate (proprietario della targa di prova) avrebbe orchestrato assieme ad una rete di amici e conoscenti, finiti tutti sotto indagine.

In 13, dopo quanto ricostruito in un anno di lavoro dalla Squadra di Polizia Giudiziaria della Sezione Speciale del Caps, hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini. Una richiesta di rinvio a giudizio ed una fissazione di udienza davanti al Gip che per loro arriverà dopo i canonici 20 giorni a disposizione per essere (se lo vorranno) sentiti dal pubblico ministero.

I fatti prendono vita negli anni scorsi. Quando uno sportello assicurativo di Cesena, dopo aver liquidato 27 diversi sinistri avvenuti nell’area cesenate, tutti facenti capo ad un’unica targa di prova, ed in attesa di vagliare e liquidare ulteriori 4 incidenti che con la stessa targa erano stati denunciati, ha iniziato ad inoltrare tutta una serie di esposti alla Procura. 

Ad accorgersi di questa anomalia, tra gli investigatori, sono stati quelli della Sezione speciale del Caps. I quali erano stati incaricati dai vari procuratori di verificare i differenti sinistri e si sono quindi trovati sul tavolo quell’unica targa di prova di riferimento moltiplicata per più sinistri.

La targa era di proprietà e nella disponibilità di F.C., 41enne cesenate e referente di una rivendita di veicoli usati. Ma in tutti gli incidenti che venivano man mano esaminati, a scontrarsi od a riportare lesioni erano vetture diverse (provate con la stessa targa) e soprattutto persone ogni volta diverse.

E’ servito quindi circa un anno di tempo, agli investigatori coordinati dal pm Vincenzo Antonio Bartolozzi (ora in forza alle Procura di Ravenna) per trovare tutti i collegamenti reciproci tra le persone per le quali ora si è chiusa l’indagine.

Tra social network, archivi di polizia e verifiche che nel tempo le pattuglie avevano fatto in città (controllando nel traffico assieme in viaggio in auto alcuni dei protagonisti che potevano non conoscersi tra loro) alla fine l’ipotesi di truffa è stata teorizzata per altre 12 persone.

Per tutti a vario titolo, nei vari incidenti esaminati dalla magistratura e dalla Polstarda, l’ipotesi di reato è quella di concorso in truffa, per “spillare soldi” all’assicurazione della targa di prova. Ulteriori approfondimenti nell'edizione cartacea del Corriere Romagna di oggi, 12 novembre 2015.

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