Rockin' 1000, voglia di bis a New York

Rimini

CESENA. L’eco di Cesena arriva fino a New York City. La carica di “Rockin’ 1000” e del concerto dei Foo Fighters non accenna a scemare. I giorni successivi al concerto al Carisport sono quelli delle interviste e dei commenti e il richiamo mediatico, ancora una volta, echeggia fin oltreoceano, stuzzicando la Grande Mela.

L’intenzione del team di “Rockin’ 1000”, oltre a quella di darsi il tempo di metabolizzare lo tsunami di emozioni degli ultimi giorni, è quello di creare ancora in futuro grandi eventi organizzati dal basso. Dopo aver fatto suonare la più grande tribute band di sempre al Parco dell’ippodromo di Cesena, Fabio Zaffagnini, ideatore e motore dell'impresa di “Rockin’ 1000”, in un’intervista rilasciata al “New York Times” ha dichiarato che il nuovo sogno è quello di riuscire a far suonare una band ancora più grande a New York City. La ricerca dei musicisti - ha scritto il giornalista Daniel Victor - potrebbe cominciare presto.

Tra le promesse mantenute dagli organizzatori di “Rockin’ 1000” c’è stata anche quella di sfruttare tutti i 3 mila posti disponibili al palazzetto. Così, poco prima che Dave Grohl intonasse “Learn to fly”, qualche biglietto (circa 300 secondo indiscrezioni) rimasto invenduto è tornato in vendita alla cifra di 55 euro, con buona pace di chi ha scelto di spendere centinaia di euro dai bagarini.

Tra i commenti del giorno dopo c’è quello di Luigi Di Placido, che con il suo Teatro Verdi ha sostenuto il progetto “Rockin’ 1000” fin dai primi passi: «Potrà piacere o meno, ma da oggi Cesena non è più la stessa - ha scritto Di Placido sul suo profilo Facebook - Il ciclone Rockin’ 1000 ha sconvolto equilibri e luoghi comuni, dimostrando che sognare è bello, e che realizzare i propri sogni (soprattutto insieme a tanti altri) lo è ancora di più. Dal mio modesto punto di vista, oggi non è finito niente, oggi al contrario può iniziare qualcosa. E quel qualcosa è fatto di nuove scommesse, di nuovi traguardi, di nuove ambizioni. È fatto di un territorio che può scoprire una sua vocazione, e che decide di valorizzarla. Oggi è anche, e soprattutto, il giorno in cui dire grazie a Fabio Zaffagnini e alla sua squadra, gli unici (sì, gli unici, e speriamo nessuno abbia il coraggio di mettere cappello sulla loro impresa) a crederci oltre tutti gli scetticismi, le polemicucce, le invidie, i pulpiti sapienti. Se vogliono - ha concluso la sua riflessione Di Placido - potranno essere il motore di una rivoluzione i cui confini non sono disegnabili al momento. Dobbiamo tutti qualcosa a Fabio, anche se ancora non ce ne siamo accorti (io sì)».

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