Un nuovo utilizzo per il Ridotto del Bonci

Rimini

CESENA. Il Ridotto del Teatro Bonci potrebbe diventare la sede dell'Istituto per le arti sceniche e performative di Cesena. Il comitato nominato a fine luglio con il compito di proporre un progetto di recupero ha presentato ieri il risultato di questi mesi di lavoro ed è pronto a portarlo in commissione consiliare (oggi alle 18.30) e nell'incontro aperto al pubblico che si terrà venerdì nel foyer del Bonci (ore 20.30).

L'istituto per le arti sceniche e figurative integrerà i progetti speciali di Chiara Guidi, co-fondatrice della compagnia “Societas Raffaello Sanzio”, di Cesare Ronconi, co-fondatore del teatro “Valdoca” e di Enrico Malatesta, musicista percussionista che ha studiato al conservatorio “Bruno Maderna”. Una volta approvato, il progetto sarà sottoposto alla Regione Emilia Romagna per la definizione delle risorse necessarie per la sua realizzazione: «È già prevista la messa a bilancio per il 2016 di un contributo anche da parte del Comune – precisa il sindaco Paolo Lucchi – L'intervento sul Ridotto si inserisce in un più ampio quadro di interventi che ci hanno visto investire 8 milioni della collettività nel recupero della Biblioteca Malatestiana, mentre siamo ormai in dirittura d'arrivo nel progetto di recupero di palazzo Bufalini».

«Destinatari principali del progetto – spiega l'assessore alla cultura Christian Castorri – saranno i giovani. Gli spazi saranno gestiti direttamente dal Comune, mentre l'istituto sarà retto da un comitato di gestione, nominato dall'amministrazione comunale, che rimarrà in carica per due anni».

Si tratta di un progetto ambizioso, quello pensato dal comitato, unico nel suo genere nel panorama nazionale. «Abbiamo pensato al Ridotto - spiega Chiara Guidi - come a uno spazio da dedicare all'azione, un luogo dove interrogarci sulla cultura del nostro tempo, mettendo al centro l'atto creativo». La sfida che gli artisti cesenati hanno in mente è infatti quella di creare non un semplice luogo di formazione dove mettere a disposizione dei più giovani le proprie esperienze professionali, ma piuttosto un luogo di ascolto dove dopo una prima fase di indirizzamento, i giovani saranno stimolati a dare corpo alla loro creatività, ai loro desideri, in una sorta di «incontro rovesciato». Saranno “contagiate” da questa spinta alla creatività soprattutto le scuole, con cui gli artisti puntano a costruire un dialogo da sviluppare poi al di fuori delle aule, proprio a partire da quello che i ragazzi studiano. «I ragazzi – aggiunge Cesare Ronconi – sono abituati a codici rigidi, spesso quelli dello sport. Quello che proponiamo noi è uno spazio in cui possano fare esperienza del loro corpo, esplorando la loro creatività». «Credo – conclude Guidi – che questa esperienza possa metterci davanti a una nuova idea di società civile e a un modo nuovo di concepire l'arte anche dal punto di vista politico».

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