Velox sulla San Vitale, esposto in Procura

Rimini

RAVENNA. Autovelox sulla San Vitale, depositata la prima marea di ricorsi. Cento quelli consegnati solo ieri mattina in prefettura e le associazioni automotoristiche promettono lotta dura contro i dispositivi elettronici: «Presenteremo esposto in Procura e chiederemo il loro sequestro. Quei velox sono illegittimi». Tra i ricorrenti, anche multati record come il signore che ha collezionato in pochi giorni oltre 20 verbali: «Così si toglie il pane da tavola alla gente».

Studi legali e associazioni automotoristiche lo avevano promesso: dopo la pioggia di multe arrivate nei primi tre mesi dall’attivazione dei due velox sulla provinciale che porta a Bologna, sarebbero arrivati i ricorsi. Solo lo studio Nicolai di Cervia ne sta incardinando circa 500. E le associazioni automotoristiche altrettanto, se si calcolano anche le multe partite dagli autovelox di Cervia, alle terme. Ieri, la consegna del primo faldone di ricorsi in prefettura: un centinaio in tutto e le sanzioni contestate sono sia quelle prese sulla San Vitale che quelle prese a Cervia. «Sulla San Vitale non c’è nessun decreto prefettizio che autorizza l’installazione dei velox, ma ce n’è solo uno che deroga alla contestazione immediata - spiega Luca Ricci, presidente dell’Automoto club Romagna -. Per questo, presenteremo esposto in Procura e chiederemo il sequestro di entrambi i velox. Quei dispositivi lì sono illegittimi: il limite di velocità prima era di 90 chilometri orari, poi repentinamente abbassato a 70. Inaccettabile: così le multe servono solo a far cassa». A nulla, dicono le associazioni, valgono le spiegazioni delle autorità secondo cui, con i velox, si è messa in sicurezza la pericolosa provinciale. «A quanto ci è dato sapere, gli incidenti lì sono sempre stati per mancate precedenze - chiarisce il suo punto Ricci -. Pericolose sono le immissioni sulla strada dalle laterali e non certo la velocità». Ma se anche fosse condivisibile la volontà di limitare il più possibile il piede sull’acceleratore, l’associazione contesta comunque il modo. «Inviano le multe al 90° giorno dall’installazione: così chi non si è visto recapitare prima i verbali e non sapeva del velox, ha continuato a fare i “vecchi” 90 cadendo nel “tranello” decine e decine di volte», allarga le braccia Ricci. Ma i ricorsi muovono tutti da contestazioni molto più scientifiche: la cartellonistica e la visibilità, il limite imposto, l’omologazione e la taratura degli strumenti. «Multe, in media, da almeno 180 euro ciascuna: sono decine di migliaia di euro», chiosa Ricci che, spalleggiato dall’avvocato Enrico Casadei dello studio Nicolai, promette di consegnare i prossimi ricorsi già la prossima settimana. (p.c.)

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