Un arsenale in casa: arrestato albergatore

Rimini

RIMINI. «Ha delle armi in casa?», gli hanno chiesto i carabinieri del Ros, che insieme ai militari della compagnia di Rimini martedì mattina si sono presentati nella sua abitazione, a Bellaria Igea Marina, con un mandato di perquisizione. «Ne ho abbastanza», ha ammesso Andrea Berto, 59enne albergatore e bagnino, arrestato in flagranza con l’accusa di detenzione illegale di armi. E con il termine abbastanza è stato riduttivo. In casa, in tre stanze, c’erano 230 pezzi tra kalashnikov, mitragliette Scorpion e Uzi, pugnali e sciabole, oltre a 4.600 munizioni di vario calibro, elmetti e mimetiche. Il tutto collezionato nell’arco di trent’anni. Alcune armi sono delle rarità: si tratta di residuati della prima e della seconda Guerra mondiale. Per catalogare i pezzi i carabinieri li hanno stesi nel giardino e quando i militari le hanno raccolte per portarle via, visto che è stato disposto il sequestro, il 59enne si è raccomandato: «Abbiatene cura, sono armi di interesse storico, rivolgetevi alla Soprintendenza perché hanno un valore». Il bellariese, assistito dall’avvocato Andrea Guidi, aveva già avuto problemi nel 2001 per via di questa “passione”: denunciò di aver subito un furto di alcuni pezzi della collezione e fu denunciato per omessa custodia. In quell’occasione gli fu anche revocata la licenza per il porto d’armi. L’interrogatorio deve essere ancora fissato.

L’indagine nella quale è rimasto coinvolto è partita dal Friuli Venezia Giulia e si è poi sviluppata in Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, con decreti di perquisizione domiciliare per 16 indagati per traffico di armi ed esplosivi. Contestualmente, nell’ambito di indagini collegate, sono state eseguite 15 perquisizioni a carico di sette persone in Slovenia, e altre 6 perquisizioni a carico di quattro persone in Croazia. Tutto è cominciato nel novembre 2014, a seguito di due rilevanti sequestri di armi e munizioni da guerra effettuati dai carabinieri nel comune di Artegna (Udine). Presso le abitazioni di due operai friulani, entrambi arrestati, sono stati trovati e sequestrati fucili mitragliatori, carabine, pistole, bombe a mano, mine, matasse da miccia, detonatori, tubi esplosivi e munizionamento di vario calibro. Le indagini, dirette dalla procura friulana al fine di risalire alla provenienza e alla destinazione finale delle armi sequestrate, hanno consentito di individuare un canale di importazione illegale di armi, munizioni ed esplosivi provenienti dai Balcani, destinate a collezionisti e appassionati di cimeli e armi storiche di vari Paesi e acquistate in occasione di fiere di articoli militari, in particolare in quella che si svolge ogni sei mesi a Sempeter pri Gorici (Slovenia), denominata “Militaria”. Le armi erano fornite agli italiani da due cittadini sloveni (che a loro volte si rifornivano da tre croati) da quanto appurato in collaborazione con le forze dell’ordine di Slovenia e Croazia. Complessivamente sono state arrestate cinque persone in Italia, quattro in Slovenia e ne sono state denunciate trenta.

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