Multato per la vendemmia con gli amici

Rimini

RAVENNA. La festa tra i filari con gli amici si trasforma in un’odissea: pensava di fare la vendemmia con i suoi ex compagni degli Alpini, anziani quanto lui, ma per Inps e direzione del lavoro erano solo lavoratori in nero. E il proprietario del terreno si becca una maxi multa da 23mila euro. Ora che è morto, lo Stato chiede il conto agli eredi ma il ricorso è ancora in piedi dopo anni di battaglie in tribunale.

La vicenda risale a pochi anni fa, tempo di vendemmia. Un anziano, proprietario di un piccolo fondo nelle campagne del Ravennate, aveva deciso di organizzare una festa per il consueto appuntamento con la raccolta dell’uva e, per l’occasione, aveva chiamato a casa tre amici anche loro ultra 70enni. Tutti conoscenti di vecchia data, commilitoni negli Alpini. I quattro si ritrovano nel piccolo terreno dell’amico e, tra una battuta e l’altra, ricordando i vecchi tempi, cominciano a vendemmiare. Ma per gli ispettori dell’Inps e della direzione del lavoro, quella “festa” era molto di più e i tre anziani “operai” molto di più che amici che prestavano uno scambio di manodopera. Contestando quindi al proprietario del fondo che i tre erano in realtà impiegati come lavoratori in nero, nei suoi confronti è scattata la maxi sanzione. Per i tre commilitoni, presunti braccianti irregolari, l’Inps ha chiesto un conto di circa 9mila euro. E la direzione provinciale del lavoro, molto di più: per le presunte posizioni in nero, ha staccato una multa da 13.200 euro. In tutto, il titolare del piccolo fondo avrebbe dovuto quindi pagare una “bolletta” da 23mila e 600 euro. Nessuna contestazione è ovviamente stata mossa ai tre ultra70enni, ma per il proprietario della vigna da allora sono iniziate le beghe. Dopo essersi rivolto a un legale, l’avvocato Mauro Masotti, l’anziano ha presentato ricorso. E ricorso su ricorso, la vicenda giace in tribunale da quasi sette anni, ma l’uomo multato non vedrà mai giustizia perché sei mesi fa è morto, lasciando l’amaro conto ai figli. «Aperti ci sono attualmente due contenziosi e all’epoca a fare il controllo furono, assieme, sia l’Inps che la direzione provinciale del lavoro - spiega l’avvocato Masotti -. I controlli sul lavoro nero sono giusti e sacrosanti ma a volte alcune situazioni appaiono paradossali. Sarebbe bene riuscire a distinguere i casi l’uno dall’altro».

p.c.

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