«Così a 7 anni salvai fratelli e cugini»

Rimini

RUBICONE. Ricordi di guerra. Ricorre in questi giorni l'anniversario del passaggio del fronte e sebbene siano trascorsi 71 anni quel momento è rimasto impresso a caratteri indelebili in tutti coloro che l'hanno vissuto in prima persona, anche in quelli all'epoca ancora piccoli.

La Liberazione da monte nel Rubicone avvenne a Sogliano il 7 ottobre, il 10 a Roncofreddo e Montiano, l'11 a Longiano, il 12 a Monteleone, il 13 a Sorrivoli, il 15 a Gambettola.

Ecco un racconto inedito di un episodio antecedente di qualche giorno il passaggio del fronte, che fa Fernando Gasperini, classe 1937, nato a Castiglione di Roncofreddo, poi emigrato a Montiano e oggi residente a Ponte Ospedaletto di Longiano: «All'epoca facevo parte di una famiglia numerosa - racconta - composta da 23 persone nella casa, sotto la Provinciale Castiglione, in Comune di Roncofreddo. Gli ultimi giorni del passaggio del fronte i nostri genitori ci misero al sicuro in un rifugio lungo “la Riva”, un costone nascosto. Una mattina con i miei fratelli e cugini più piccoli eravamo nel rifugio, mentre i grandi si erano recati fuori per approvvigionamenti. Io avevo poco più di 7 anni, essendo nato nel giugno del 1937, mio fratello Egisto era del 1939, poi due sorelle: Iolanda del 1941 e Anna del 1943, oltre ai cugini Elmo del 1935 e Lora del 1939».

Poi un fatto terribile, ma a lieto fine: «Il rifugio stante la pioggia copiosa di quei giorni – continua Fernando – crollò in parte ma con ostruzione completa dell'imboccatura. Io, che mi trovavo più vicino all'entrata, intuii che non c'era assolutamente tempo da perdere, e mi buttai disperatamente al buio a scavare con le mani, giungendo ormai stremato a mettere un braccio fuori dal fango, lasciando passare l'aria, e pian piano aprire un varco necessario per la fuga di tutti. Uscimmo fuori sporchi di fango e stremati, aiutandoci l'un l'altro e sotto un cielo rumoroso di aerei che bombardavano la zona. Dopo esserci stesi a terra nei campi e nei fossi, io mi caricai in spalla la sorellina più piccola e riuscimmo poi a raggiungere casa indenni».

Si trattò di un fatto quasi miracoloso. A pochi chilometri, ma in località Montenovo di Montiano successe invece un terrificante episodio e in un rifugio scavato per scampare alla guerra andò molto peggio. In quel caso venne bombardato l'ingresso e gli occupanti morirono tutti: «Per fortuna nel nostro caso invece la salvezza arrivò - conclude Gasperini - e dopo la guerra ci siamo costruiti un futuro».

Giorgio Magnani

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