Blitz dei vigili, biciclette rimosse col carro attrezzi

Rimini

RIMINI. Non solo furgoni e auto. Il pugno duro della polizia municipale colpisce anche le biciclette.
Ieri mattina in piazza Tre Martiri gli agenti hanno chiesto l’intervento del carro attrezzi e hanno proceduto alla rimozione di cinque bici legate alla cosiddetta asola archeologica che si trova di fronte al bar Dovesi.
Un intervento sicuramente “sui generis” ma comunque previsto dal Codice della strada. In base alle regole infatti è vietato legare le bici con la catena ai cartelli stradali, ai semafori, ai lampioni e anche alle strutture e agli edifici di interesse monumentale. Per lungo tempo, diversi anni fa, l’amministrazione aveva pregato i riminesi, con appositi cartelli, di non parcheggiare le bici nelle “zone sensibili”.
Curiosità vuole che la municipale abbia però lasciato intorno a quell’area, altre biciclette. E se il principio voleva essere quello che è difficile affacciarsi per vedere gli scavi archeologici, è opportuno sottolineare che un intero lato dell’asola è delimitato da una lunga rastrelliera che certo non aiuta il turista a riscoprire le meraviglie della Rimini romana.
Immaginiamo dunque lo stupore di coloro che, tornando a riprendere la bici non l’hanno più trovata. In tali casi il primo pensiero è quello relativo al furto e non certo a un “sequestro” da parte dei vigili urbani. Agendo di imperio, infatti, il Codice prevede che i ciclisti appiedati vengano informati. Perché lasciare senza mezzo di trasporto un cittadino può creare un danno ed eventuali code giuridiche.
I riminesi rimasti senza mezzo dovranno ora presentarsi al comando della Municipale e capire qual è l’importo da pagare: solo la rimozione in alcuni Comuni italiani supera tranquillamente i 50 euro, a cui aggiungere il prezzo della sanzione. In tal caso, per gli ignari riminesi, è meglio acquistare un’altra bici.

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