Fusione, urne aperte l'11 ottobre

Rimini

MONTECOLOMBO. Fusione Montescudo-Monte Colombo, referendum l’11 ottobre. Anche Bonaccini arriverà al teatro comunale a sostenere il Comune unico. Tra favorevoli e contrari ci sono già le scintille. «L’ex sindaco Tordi nel comitato del no? Sorpreso, si era detto favorevole all’operazione” afferma Fiorini».

Per la prima fusione nell’Unione della Valconca ci siamo davvero. L’11 ottobre i cittadini di Monte Colombo e Montescudo saranno chiamati al voto. In vista del referendum, il sindaco di Monte Colombo Eugenio Fiorini, insieme alla collega Elena Castellari, ovviamente promotori del comitato del Sì, stanno incontrando le varie frazioni dei due municipi: lunedì sera erano a Trarivi, ieri a Croce. Una campagna d’ascolto che si concluderà giovedì prossimo 8 ottobre al teatro comunale di Montescudo, alla presenza del presidente della Regione Stefano Bonaccini e dell’assessore Emma Petitti. «I benefici della fusione saranno diversi - spiega Fiorini – il nostro territorio riceverà 4 milioni di euro per gl investimenti. Alcuni cittadini temono che la tassazione di Monte Colombo si adeguerà a quella di Montescudo, un po’ più alta. Ma nel nuovo comune potremo utilizzare lo sblocco del Patto di stabilità per abbassare la tassazione generale».

Si sta muovendo anche il comitato del No, che vede tra i suoi componenti l’ex sindaco di Monte Colombo Simone Tordi. «Proprio lui in tempi non sospetti - prosegue Fiorini - su una rivista locale aveva sostenuto che avremmo dovuto interloquire con Montescudo per verificare se c’erano le condizioni per l’operazione che ora stiamo portando avanti. Poi lo ritrovo nel comitato contrario alla fusione, questo mi meraviglia. Quel comitato non guarda al di là del proprio naso, ne fa solo una questione economica e non indica alternative». Il comitato del No sta distribuendo un manifesto tra gli abitanti de due comune. «Il progetto di fusione va rigettato perché proposto, a Monte Colombo – scrivono Tordi e company - da un sindaco ed una amministrazione comunale senza più alcuna credibilità, che vede nella fusione una scappatoia al suo totale fallimento. Gli amministratori montecolombesi dovrebbero incontrare i cittadini non per perorare la fusione, ma per spiegare perché l’attuale legislatura sarà ricordata solo per le indagini a carico del sindaco e di alcuni assessori».

Thomas Delbianco

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