«La mia gattina sbranata dai cani da caccia»

Rimini

RAVENNA. Dilaniata dai cani da caccia mentre stava giocando ai margini del giardino di casa, sotto choc la padrona della povera gattina: «Tutta colpa di un cacciatore vigliacco: avrebbe dovuto controllare i propri cani e almeno venirci a chiedere scusa. Pronti a denunciare».
Domenica mattina, Sant’Antonio. Piena campagna. Daria, i figli e sua sorella erano stati fuori in giardino assieme ai propri animaletti domestici: tre gatti e un paio di cagnolini. Poi, all’ora di pranzo, erano entrati tutti in casa tranne la piccola Neve, tutta bianca e con gli occhi azzurri, dieci anni e sorda. «Di norma entrava con noi, ma domenica aveva voluto rimanere fuori. Per me, era speciale. Era più debole delle altre: quando la sua mamma la partorì nella nostra legnaia, non la voleva: tendeva a scartarla. Io gliela portavo ad allattare ogni volta che ce n’era bisogno...». Per questo, Daria Dellacasa, 75 anni, non si capacita di quanto accaduto. «Avevamo sentito i cani abbaiare fuori, ma ho i cani anche io per cui pensavo semplicemente che fossero loro ad abbaiare a quelli dei cacciatori che pure avevo visto poco prima scorrazzare da lì - ricorda Daria, ancora scossa -. Poi, siamo usciti: non vedevo Neve e dopo poco l’ho trovata sotto la recinzione, quasi dentro il giardino. Una scena che non scorderò mai». La piccola Neve era stata uccisa, sventrata e dilaniata. E giaceva a pochi passi da casa. «Lei non si allontanava mai dal giardino proprio perché, sorda dalla nascita, aveva nel nostro cortile i suoi punti di riferimento e non si allontanava per paura - spiega la padrona -. I cacciatori di norma rimangono entro il limite dei 150 metri da casa, anche perché sennò i residenti qui del posto si arrabbiano ed è già accaduto, ma i loro cani vanno dove vogliono: la volta scorsa me li sono trovata anche in giardino. E non li controllano: è mai possibile? Se fosse stato un bambino piccolo, invece di un gattino?». Impossibile, dice Daria, non notare anche da lontano cosa stesse accadendo al fianco della recinzione di casa sua. «Neve pesava sei chili, era grossa. E quei cani, per ridurla così, devono aver lottato ed essersi sporcati - aggiunge -. Poco prima che accadesse, mi ero proprio affacciata verso i cacciatori per controllare che se ne stessero distanti da casa. Ho visto bene loro e i cani... Ma se anche avessero perso di vista per un momento i loro segugi, cosa che non mi sembra normale, devono essersene accorti subito dopo di quanto accaduto. Perché nessuno è venuto a sincerarsi che non fosse accaduto nulla di grave? Perché nessuno è venuto da me a scusarsi? Sono pronta a denunciare. Ho altri due mici: non voglio che succeda anche a loro». (p.c.)

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