Piazza della Libertà, aria di denunce per il raid

Rimini

CESENA. La protesta dell’altro ieri contro l’apertura del cantiere in piazza della Libertà, e soprattutto il raid all’interno del palazzo comunale, rischiano di avere degli strascichi penali. La manifestazione, soprattutto nella fase del corteo, per lo più si è svolta in un modo aspro ma civile, fatta eccezione per qualche intemperanza che ha superato i limiti.

In particolare, la polizia presente sul posto ha già provveduto ad identificare qualcuno dei più esagitati. E si stanno esaminando le immagini registrate dalle telecamere per valutare se ci siano stati atteggiamenti che potrebbero configurare ipotesi di reato. I casi inquadrabili in questa categoria dovrebbero essere tutto sommato isolati, ma è probabile che scatti qualche segnalazione alla Procura.

Il sindaco Paolo Lucchi ha mandato un messaggio alla Prefettura e alla Questura per complimentarsi per come è stata affrontata la questione sul piano dell’ordine pubblico, perché ci sono stati attimi di grandissima tensione, che sarebbero potuti degenerare più quanto è accaduto. Ha espresso anche la propria soddisfazione anche per il modo in cui ha operato la polizia municipale guidata dal comandante Giovanni Colloredo. Ma per il futuro, in particolare in vista dell’apertura del cantiere, prevista per il 18 ottobre, inizia a serpeggiare una certa preoccupazione per il pericolo di disordini o gesti inconsulti di qualche “testa calda”. Anche per questo si stanno prendendo sul serio alcuni eccessi che si sono visti in municipio e si vuole lanciare un segnale chiaro: la protesta, anche molto accesa, va accettata ma solo finché non supera un certo tetto di aggressività.

Intanto, nel “day after” della manifestazione pullulano i commenti dei politici, di chi ne è stato protagonista e anche della gente che non vi ha partecipato ma in queste ore sta ascoltando i più svariati resoconti. Un punto controverso riguarda la ragione per cui è esplosa la rabbia. Alcune delle persone salite in municipio hanno sostenuto che ad accendere la miccia è stato il rifiuto del sindaco di sospendere la seduta del consiglio comunale per parlare con i manifestanti. Ma Paolo Lucchi, quando gli è stato fatto questo rilievo, ieri ribatteva che nessuno gli ha mai chiesto un incontro (come invece era avvenuto durante il corteo dello scorso marzo), né in questi giorni né negli ultimi mesi. E questo nonostante il coordinatore del comitato Marco Giangrandi e altri suoi collaboratori potessero farlo facilmente, avendo il suo numero di telefono e la sua mail e avendo avuto già prova della sua disponibilità al dialogo. Come quando si videro addirittura alle 8 di mattina del 31 dicembre.

Gian Paolo Castagnoli

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