Inchiesta Aeradria, primo round alle difese

Rimini

RIMINI. Inchiesta Aeradria. Ennesimo terremoto. Questa volta però a saltare dietro le scrivanie non sono gli indagati, ma la procura della Repubblica. La Corte di Cassazione, infatti, ha annullato con rinvio (cioè la vicenda dovrà essere nuovamente dibattuta dal tribunale del Riesame di Rimini) il sequestro dei beni per 640 mila euro a carico del sindaco Andrea Gnassi, del suo predecessore Alberto Ravaioli, degli ex presidenti della Provincia Stefano Vitali, Ferdinando Fabbri, dell’ex numero uno della Camera di Commercio Manlio Maggioli, del presidente di RiminiFiera Lorenzo Cagnoni, di Alessandro Giorgetti (Rdr), dell’ex presidente di Aeradria Massimo Masini e del suo vice Massimo Vannucci. Provvedimento chiesto dalla pubblica accusa che agli amministratori pubblici e privati contesta l’ipotesi di truffa aggravata in concorso per il contratto di web marketing stipulato tra Rms e Rrd con denaro pubblico.

Ma non è tutto. I giudici con l’ermellino hanno anche respinto il ricorso della procura della Repubblica con cui chiedeva di annullare il provvedimento, sempre del tribunale del Riesame reale, che aveva ridotto da 6 milioni a 250 mila euro, il sequestro di beni nei confronti dei tre indagati per bancarotta: Giorgetti, Masini e Vannucci. Il provvedimento è confermato ma nella misura enormemente più tenue.

I nove indagati, sono stati assistiti davanti alla Suprema corte dal professor Nicola Mazzacuva (Gnassi), dagli avvocati Maurizio Ghinelli (Ravaioli), Roberto Brancaleoni (Cagnoni), Moreno Maresi (Maggioli e Vitali), Maurizio Morri (Fabbri), Michela Vecchi (Giorgetti), Gianluca Malavasi (Vannucci), Cesarina Mitaritonna (Masini) ed ora attendono di poter leggere le motivazioni della sentenza.

La decisione della Cassazione è molto importante anche perchè il Riesame ora potrà esprimersi sul sequestro o meno di 640 mila euro; i sei milioni, infatti, escono definitivamente dalla partita.

I commenti. Triste e sollevato al tempo stesso il sindaco Andrea Gnassi: «Questa notizia mi sarebbe piaciuto comunicarla a mio padre Enrico» afferma con un velo di commozione il primo cittadino, a tre mesi esatti di distanza dalla scomparsa del papà (avvenuta il 16 giugno scorso). Un’accusa che aveva particolarmente colpito Enrico con il quale Andrea è sempre stato solito confrontarsi.

Un fardello decisamente più leggero anche per l’ex presidente della Provincia Stefano Vitali: «Non faccio polemiche, perché la notizia di oggi lenisce parecchia rabbia. Per uno come me, che ha fatto dell’onestà un punto imprescindibile, quella odierna è una giornata che vede spuntare un piccolo grande raggio di sole. Ed è una bella giornata anche per quella Giustizia nella quale ho ancora bisogno di credere. E per questo ringrazio di cuore l’avvocato Moreno Maresi».

Il presidente di Rimini Fiera Lorenzo Cagnoni sottolinea: «È ovvio che sono contento, ma aspetto di leggere le motivazioni della sentenza per esserlo ancora di più». Come andrà a finire? «Non faccio previsioni sui percorsi che avrà il procedimento (si è in attesa della decisione del Tribunale in merito ai possibili rinvii a giudizio) ma penso che i giudici dovrebbero tenerne conto».

Pacata la reazione del pubblico ministero Luca Bertuzzi che ha ereditato l’inchiesta della collega Gemma Gualdi: «Ovviamente prima di pronunciarmi attendo di leggere le motivazioni dei giudici con l’ermellino».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui