Marebello, sigilli alla mensa abusiva

Rimini

RIMINI. Con arroganza se ne sono fregati delle ordinanze emesse dall’ufficio di Igiene dell’Azienda Usl e dal Comune che imponevano di spegnere i fornelli della mensa illegale organizzata nel giardino del condominio di Marebello dove sono affittuari di un appartamento di 40 metri quadri.

Obblighi e divieti, cristallizzati da sanzioni per diverse decine di migliaia di euro, che non hanno fatto né caldo né freddo alla famiglia senegalese (mamma, padre e figlio poco più che ventenne) di “ristoratori” senegalesi. Che anzi, tra un’incursione e l’altra delle forze dell’ordine (sono stati ben quattro i controlli eseguiti dallo scorso luglio), ha allargato il proprio business. Così, oltre ai circa 200 pasti venduti in giardino quotidianamente, ha “assunto” una giovane venditrice ambulante che ha iniziato a vendere i “cestini” composti da primo, frutto e bibita, da comprare al costo di poco meno di 5 euro, prevalentemente ai venditori di cianfrusaglie sulla spiaggia.

Ieri mattina, però, la musica è drasticamente cambiata. Personale della Polizia municipale e carabinieri del Nas di Bologna, hanno suonato alla loro porta impugnando un provvedimento di sequestro dell’immobile emesso dal sostituto procuratore Davide Ercolani. La procedura d’urgenza è stata adottata dal pubblico ministero sulla scorta dell’accurata relazione consegnata dalle forze dell’ordine dopo l’ultimo blitz, integrata in settimana con le “denunce” dei residenti del condominio e dell’area circostante, stufi di vivere assediati dalla ressa richiamata dalla mensa. La famiglia tra le proteste è stata così invitata a lasciare la casa-mensa, e alla porta sono stati applicati i sigilli della procura della Repubblica che, in caso di rimozione, potrebbero portare anche all’arresto dell’autore. Il capofamiglia ha fatto una minima resistenza, più che altro verbale. Ha invece protestato quando i vigili urbani gli hanno detto che avrebbe dovuto traslocare a piedi. La macchina, infatti, gli è stata messa sotto sequestro perché, nonostante le migliaia di euro messi in cassaforte ogni settimana, la faceva viaggiare senza assicurazione.

Anche questa volta Municipale e Nas, hanno contestato alla famiglia di “ristoratori” senegalesi una lunga serie di violazioni che sfoceranno in altrettante sanzioni, sia di carattere amministrativo che penale. L’uomo è già stato denunciato per la mancata inosservanza di un obbligo dell’autorità sanitaria.

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