Il preside Carmelo Sergi va in pensione

Rimini

SAVIGNANO. Da domani Carmelo Sergi sarà ufficialmente in pensione. Dopo 25 anni di presidenza, di cui gli ultimi 10 trascorsi alla guida del “Marie Curie” di Savignano, è arrivato il momento di passare il testimone.

«Quest'anno è il mio 25° anniversario di presidenza, credo di essere uno dei presidi più longevi, dal punto di vista della carriera – racconta Sergi – Ho cominciato in Lombardia per arrivare nel 2000 in Emilia Romagna».

Nei dieci anni sotto la sua guida l'articolata realtà del “Marie Curie” è cresciuta molto raddoppiando quasi gli iscritti che da 500 che erano sono arrivati ad essere più di 970: «Sono cresciuti tutti e tre gli indirizzi – spiega Sergi – il liceo continua ad attirare un buon numero di studenti, l'istituto tecnico con il suo indirizzo in meccanica continua ad essere unico nel suo genere, l'unico in tutto il cesenate». Ma le soddisfazioni più grandi sono arrivate dall'istituto professionale: «Quando sono arrivato a Savignano dieci anni fa il professionale aveva un'unica classe, oggi siamo a 12. Si è rivelata vincente la scelta di scommettere su un indirizzo legato al calzaturiero e oggi è diventata una scuola che riesce a garantire l'alternanza scuola lavoro per la quasi totalità dei suoi studenti dalla seconda alla quinta».

Una crescita che è andata di pari passo con la capacità del territorio di dare risposte ai ragazzi che uscivano dal “Marie Curie”: «Non voglio fare nomi per paura di dimenticarne qualcuno, ma si può tranquillamente dire che il distretto calzaturiero ha saputo dare risposte anche in termini lavorativi, oltre che di formazione durante il percorso scolastico ai ragazzi che uscivano dalle nostre classi». Il legame tra scuola e distretto ha avuto modo di consolidarsi ulteriormente quest'anno quando la scuola ha ospitato il concorso internazionale “Un talento per la scarpa”.

In questi dieci anni Carmelo Sergi ha visto la scuola cambiare a suon di riforme: «Di cambiamenti ce ne sono stati tanti, ma contrariamente a quello che si sarebbe aspettato qualcuno il “Marie Curie” di Savignano ha saputo rispondere, non è mai rimasto ai margini del cambiamento, ma l'ha interpretato da protagonista, in piena rispondenza con le eccellenze del territorio che lo circonda».

Per lungo tempo l'attività nella scuola si è affiancata a quella di presidente dell'Anp, l'associazione nazionale presidi: «L'essere dirigente di una scuola di confine mi ha permesso di fare da collante tra i colleghi e i professori delle due province Forlì-Cesena e di Rimini. Ma soprattutto l'esperienza da presidente mi ha dato una visuale più ampia rispetto a quello che sta accadendo».

Tra i temi caldi nel mondo scolastico che Sergi si appresta a lasciare c'è anche il nuovo ruolo dei dirigenti scolastici: «Lasciando da parte quelle espressioni da piazza tipo “preside sceriffo”, che poco hanno a che fare con la realtà, credo che molto dipenderà dai decreti attuativi, dal modo, quindi, in cui verrà applicata la nuova legge. La mia esperienza mi ha insegnato che i presidi hanno bisogno di poter contare su un team che li accompagni nelle decisioni. Penso che il preside abbia bisogno di più potere ma non in senso gerarchico, quello di cui c'è bisogno è uno snellimento delle procedure, che possa permettere di rendere più rapide le sostituzioni e le supplenze, ad esempio. Oggi manca la possibilità di una programmazione pluriennale del personale, il potere di azione dei presidi di solito è limitato a procedure lunghissime che poco si adattano ai bisogni spesso immediati degli alunni, delle loro famiglie e degli stessi insegnanti».

Quanto alla criticata possibilità data ai presidi di distribuire incentivi agli insegnanti: «Termini come “buona scuola” o “organico funzionale”, che oggi sono entrati nel vocabolario comune, rimandano a concetti di cui in Anp discutiamo da anni. Quello che serve non è tanto la possibilità di dare incentivi economici, ma motivare e rimotivare quegli insegnanti meritevoli attraverso incentivi che siano anche e soprattutto di carriera e professionali».

Le sfide per il mondo scolastico non sono solo a livello nazionale, a livello locale si devono fare i conti con lo svuotamento di risorse delle province: «Abbiamo perso i referenti politici, in questo momento la scuola è terra di nessuno».

La consapevolezza del momento particolarmente delicato, unita a quella di avere ancora qualcosa da dare avevano spinto Carmelo Sergi a fare richiesta di poter rimanere in servizio senza retribuzione almeno fino a quando non si sarebbero completate le procedure del concorso per i dirigenti scolastici: «Una circolare del ministro Madia mi ha impedito di prolungare il servizio. L'anno prossimo rimarranno oltre 170 posti vacanti che dovranno essere colmati con reggenze protempore. Per fortuna non è il caso di Savignano dove subentreranno Mauro Tosi per il “Marie Curie” e Domenico Guarracino per l'istituto comprensivo».

Il ricordo più bello dell'esperienza savignanese? «Un momento che mi ha commosso è stato quando ho annunciato, in occasione dell'ultimo collegio docenti, che quello sarebbe stato il mio ultimo atto da dirigente. I duecento insegnanti del collegio hanno accolto il mio annuncio con tre lunghi applausi, una dimostrazione di affetto oltre che di stima professionale che mi ha colto di grande sorpresa. È stato un momento emozionante».

Prima di congedarsi, Sergi ha voluto lasciare un messaggio agli insegnanti: «Ho chiesto loro di dimenticarmi subito, conservando magari l'affetto personale. Quello che ho fatto, errori compresi, l'ho sempre fatto per il bene della scuola, per questo ho chiesto loro di cominciare da subito a lavorare con i nuovi dirigenti con l'augurio che la scuola continui a fare passi avanti, anche migliori dei miei».

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