Liverani: «Onorato da questa scelta, vivo la politica con passione e non cerco il consenso facile»

Rimini

di CARMELO DOMINI

RAVENNA. Sarà Enrico Liverani il candidato sindaco del Partito democratico. L’ “investitura” è arrivata venerdì sera durante il dibattito di apertura della Festa dell’Unità, quando il segretario provinciale Michele De Pascale ha rotto finalmente gli indugi su un nome dato ormai per certo dalla stampa locale. Ufficialmente è solo l’indicazione di un potenziale candidato ideale, ma per chi conosce le liturgie del partito si tratta di molto di più.

E così l’uomo del giorno non può che essere lui: Enrico Liverani, classe 1976, attuale assessore comunale ai Lavori pubblici, con un passato alla Cgil. Una scelta di rinnovamento generazionale, ma allo stesso tempo anche di continuità. Un mix che in via della Lirica sperano possa rivelarsi azzeccato in vista di elezioni che, per la prima volta dopo circa un ventennio, non avranno un esito scontato.

Liverani, allora finalmente abbiamo il nome del candidato?

«In realtà Michele (De Pascale, ndr) ha solo descritto un percorso che deve essere ancora condiviso».

E per la prima volta ha fatto pubblicamente un nome: il suo.

«Questo sì. Ma siamo solo all’inizio»

Non dica che ci potrebbero essere sorprese dopo un’uscita del genere...

«No, dico solo che il mio nome deve essere condiviso in un’ottica di coalizione»

A proposito di coalizione: i repubblicani criticano il metodo.

«Comprendo bene la loro posizione, ma siamo aperti a discutere anche con loro».

Intanto il Pd ha scelto...

«Ripeto, è un percorso che è appena partito».

Come vive questo momento?

«Con grande serenità. Quella di una persona che si trova in un partito strutturato e forte. Non mi sento solo in questa sfida, ma faccio parte di una squadra che ha voglia di vincere».

Sorpreso dalla scelta?

«Beh, negli ultimi tempi il mio nome era tra quelli che circolavano con più insistenza».

Che reazioni ha avuto?

«Sono orgoglioso e onorato degli attestati di stima che mi stanno arrivando, ma soprattutto di quelli che ricevo come assessore. Detto questo cerco di vivere soprattutto il presente».

Cosa porterà di se stesso in questa esperienza?

«Porterò quello che metto tutti i giorni nel mio lavoro di assessore: la passione, la mia attenzione ai particolari, la mia voglia di stare tra la gente. Fare le cose non per raccogliere l’applauso facile ma per il bene comune. Vorrei dare un’idea di futuro a questa città».

E all’interno del Pd? Crede che il suo nome creerà più consenso o più divisioni?

«Non vorrei dare una risposta troppo introspettiva che non avrebbe senso (ride). Tuttavia via credo che il Pd in questo momento debba dare un forte segnale di compattezza interna».

Lo sa che questa volta non saranno elezioni scontate?

«Sì, è vero. Ma lo sappiamo bene anche noi».

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