Stangata sul Cocoricò: chiuso per quattro mesi

Rimini

RICCIONE. Il provvedimento “esemplare”, più volte invocato dopo la morte di Lamberto Lucaccioni, è arrivato. Al Cocoricò non si potrà più entrare a partire da oggi per 120 giorni. Punto. Così ha deciso il questore di Rimini Maurizio Improta. Il provvedimento di sospensione della licenza, contro cui la dirigenza della discoteca può presentare ricorso al prefetto entro un mese e al Tribunale amministrativo regionale dell’Emilia Romagna entro due, è stato notificato poco prima della chiusura nella notte tra sabato e domenica dal personale della divisione di polizia amministrativa della questura. Delle 14 pagine del provvedimento, ben sei sono “dedicate” al riepilogo delle decine di arresti eseguiti dentro e fuori la Piramide a partire dalla notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre del 2013. Manette scattate molte volte grazie alla collaborazione tra security del locale e carabinieri. Ma gli stessi militari della Compagnia di Riccione hanno rilevato che gli arresti sono «drasticamente calati» dopo la sospensione della licenza per 21 giorni disposta nell’agosto del 2013 sempre dal questore a seguito dello stupro di una turista.

Le motivazioni. «Il locale - si legge - è ormai percepito e incontestabilmente considerato negli ambienti e circuiti reali e virtuali del mondo giovanile, un simbolo degli eccessi, ovvero un luogo ove, secondo tale distorta percezione, è ammissibile abbandonarsi a forme estreme ed incontrollate di divertimento, spessissimo mediante l’assunzione di pericolosissimi miscugli di bevande alcoliche, sostanze eccitanti, stupefacenti, allucinogeni di ogni genere, che portano i giovani avventori a perdere il contatto con la realtà e a non percepire più i segnali d’allarme del proprio organismo, tant’è che in numerosissime occasioni (l’ultima quella costata la vita a Lamberto Lucaccioni, cui i primi soccorsi sono stati prestati dal presidio sanitario della discoteca, ndr) si rende necessario il ricorso alle cure mediche». Dal 1° gennaio 2014 al 20 luglio del 2015 sono state 14 le richieste di soccorso al 118. In tre casi i pazienti sono stati ricoverati al Ceccarini con codice rosso, quello di massima gravità.

Una situazione che, nonostante l’impegno delle forze dell’ordine e, sottoscrive il questore Improta, «le apprezzabili iniziative puntualmente avviate dai gestori della sala anche conformandosi alle prescrizioni ricevute dalle Autorità » non ha sortito gli effetti desiderati. Non è infatti bastato per dissuadere e bandire dalla Piramide spacciatori, ladri, balordi in genere «realizzare un sistema di videosorveglianza atto a controllare i locali ed il parcheggio della discoteca con il potenziamento dell’illuminazione di quest’ultimo; l’aumento del numero degli addetti alla sicurezza; l’adozione di iniziative volte a sensibilizzare ed a scoraggiare l’abuso di sostanze, realizzata anche in collaborazione con la polizia stradale, ecc.)».

Per questi motivi, «al di là di ogni valutazione sul comportamento tenuto dal titolare» il questore Improta ritenendo persistente «una situazione tale da configurare una fonte di pericolo concreto, grave ed attuale per la collettività» e «un pericolo per l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini» ritenendo soddisfatti alcuni dei presupposti dell’articolo 100 del Tulps, ha decretato lo stop alle danze per 120 giorni. Per iniziare.

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