Preside va in pensione: genitori e prof in rivolta

Rimini

RAVENNA. «Ho 36 anni di servizio, non si può dire che io sia un baby pensionato...». Ha ragione Marcello Landi. Talmente tanto che per “raggiunti limiti massimi di servizio” il prossimo primo settembre dovrà lasciare la presidenza del liceo artistico Nervi Severini che occupa da più di dieci anni. «Per legge ero obbligato a fare domanda di pensionamento», dice sapendo che vorrebbe restare. E perché no? Per impedire al ministero di metterlo a riposo è partita la battaglia di colleghi e genitori: non portatecelo via.

L’operazione salva preside è in piedi da qualche tempo ma ora siamo alle battute finali e (sperano al Nervi) decisive. Sono state imbucate lettere indirizzate all’Ufficio scolastico territoriale di Ravenna e a quello regionale dove si decidono le nomine dei presidi. Ci sono quelle dei dirigenti della scuola, quelle dei collaboratori del liceo e quelle dei genitori. Un pressing a tutto campo per chiedere che il professor Landi «fiore all’occhiello nel panorama culturale e artistico ravennate - si legge nella lettera dei genitori - possa continuare a svolgere, almeno per qualche anno ancora, la sua preziosa attività che l’ha contraddistinto in tutti questi anni».

I numeri sono dalla sua. Solo per il prossimo anno scolastico le iscrizioni contate sono quasi 200. Gli studenti del Nervi Severini sono 730. Quando il professor Landi, con un passato da studente nelle stesse aule, prese il timone erano meno di 500. Una cifra che, con le regole di oggi, non consentirebbe nemmeno più l’autonomia dell’istituto.

A preoccupare è anche il futuro dell’indirizzo del mosaico. Cancellato il “codice” di insegnamento, il corso simbolo per il territorio ravennate rischia di avere un destino segnato. «Finché ci sono i docenti attuali resterà - spiega la professoressa Elena Pagani, vice di Landi -. Fra qualche anno potrebbe sparire. Il preside si è sempre battuto per questa nostra specificità...». Per questo, e per altro, tutti non vogliono mollare il preside. «Ha creato un clima favorevole, la scuola non è mai stata così visibile, ha dato ai ragazzi tante opportunità - continua la vicepreside -, con tanta attenzione agli alunni con disabilità. Sì, i ragazzi lo amano perché è un dirigente che fa prevalere il lato umano e non un burocrate. C’è un idillio con i giovani, romperlo sarebbe un peccato. In fondo chiediamo solo che resti un paio d’anni in più...».

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