Eataly, Farinetti rompe gli indugi

Rimini

FORLÌ. Non ha aperto per Natale, come previsto in origine, ma non spalancherà i battenti neppure il 4 febbraio, come immaginato in seconda battuta, in concomitanza con la festa della Madonna del Fuoco. Eataly, il colosso enogastronomico insediato a Palazzo Talenti-Framonti, si svelerà alla città il prossimo 25 febbraio, alle 10, data nella quale il gruppo di Oscar Farinetti ieri ha dichiarato di voler mettere ufficialmente radici nella principale piazza forlivese.

Un ennesimo posticipo, probabilmente l’ultimo, legato alla volontà di curare meglio l’allestimento, come ha comunicato Piergiuseppe Dolcini, presidente di Civitas, la società strumentale della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, che detiene la proprietà dello storico edificio. «Eataly vuole arrivare al giorno dell’inaugurazione con tranquillità e con la sicurezza di presentarsi al meglio, perché sarà un’inaugurazione in grande» conferma l’ex presidente della Fondazione, alla quale si deve l’accordo, siglato nel 2013, che ha portato in città il tempio del “made in Italy”. Ancora un mese circa, quindi, perché l’ottocentesco palazzo torni a splendere, all’insegna del buon cibo. Il progetto prevede spazi di somministrazione inframmezzati ad aree per la vendita di prodotti alimentari, con la filosofia del “chilometro zero” e dello “Slow Food”.

Nel nuovo punto vendita troveranno impiego 50 collaboratori e saranno migliaia i prodotti presentati sui livelli nei quali si sviluppa l’edificio. Aperto da sei mesi, l’enorme cantiere galoppa verso la chiusura. «Abbiamo consegnato primo e secondo piano - comunica Cristiano Biserni, l’architetto che dirige i lavori - mentre stiamo completando alcune sistemazioni sul resto, le ultimissime. Nel complesso si tratta di circa 2.200 metri quadrati di superficie, all’interno si trovano anche pareti affrescate che sono state restaurate. Stiamo lavorando alacremente per fare le ultime rifiniture, posso dire, però, che le cucine, tre in tutto, sono pronte e funzionanti: al punto che si potrebbero già accendere i forni».

 

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