L'Unione è diventata realtà

Rimini

 

FORLÌ. L’ha fortemente voluta e promossa, ieri mattina l'ha tenuta a battesimo e con voto unanime del primo consiglio, ne ha assunto anche la presidenza sino a maggio quando, complici le elezioni amministrative, i suoi componenti dovranno cedere il testimone agli amministratori locali neo eletti e a passare per primo la mano sarà proprio lui.

La firma. Il sindaco di Forlì Roberto Balzani è, da ieri, anche il primo presidente dell’Unione dei Comuni della Romagna Forlivese, il nuovo ente che raggruppa tutte le 15 municipalità del comprensorio e che è ufficialmente nato in Salone comunale con la firma di tutti i primi cittadini del territorio sul suo atto costitutivo. Una giornata a suo modo storica e non solo per il Forlivese, poiché quella appena formatasi è l'unione amministrativa più grande e popolosa d'Italia. Anche per questo al consesso sono arrivati i messaggi di congratulazione sia del vice presidente della Regione, Simonetta Saliera, sia del sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri, Filippo Patroni Griffi.

Il percorso. Balzani, che come vice presidente avrà il sindaco di Rocca San Casciano Rosaria Tassinari, prima dello svolgimento del consiglio insediativo che ha eletto con l'astensione della minoranza, e si dice con agitazioni notturne all'interno del Pd, Elisa Deo (sindaco di Galeata) a presidente dell'assise e Claudio Samorì (Modigliana) a suo secondo, ha ricordato con emozione il percorso che ha condotto alla nascita dell'Unione. Lo ha fatto rendendo onore anche al sindaco di Forlimpopoli Paolo Zoffoli «perché proprio la Conferenza socio-sanitaria da lui presieduta è stata il prototipo di questo organismo, il luogo dove abbiamo imparato a discutere guardando oltre i nostri territori e a trovare forme di condivisione sempre più approfondita».

La sfida. L'Unione che ha «prospettive di gestione certamente non facili ma rappresenta anche una grande sfida per noi, per ritrovare un protagonismo del nostro territorio, e per l’Italia» nasce come impegno già il 17 maggio 2012, ossia prima del processo legislativo avviato dalla Regione. Nasce da «una singolare convergenza di congiunture, locali e nazionali, per passare dalla municipalità alla territorialità e per dare un segnale di razionalizzazione, rafforzamento, impegno a lavorare assieme per erogare ai cittadini servizi più efficienti riducendone i costi». Un bene «da salvaguardare dalle divisioni delle prossime elezioni amministrative».

Bilancio. Ora il nuovo soggetto nasce con un bilancio costituito dalla fusione delle due “casse” delle precedenti comunità montane, ma presto avrà anche un suo bilancio di mandato. Soprattutto, si vuole assicurarne funzioni non meramente amministrative per «farla diventare in piccolo ciò che sarà il Senato della Repubblica: una Camera delle autonomie dei territori locali, un motore di riflessione sull'evoluzione delle nostre comunità». Serviranno, però, soldi, e Balzani promette: «A inizio febbraio vedrò il ministro Carlo Trigilia per proporci come caso pilota nazionale nella speranza di ottenere parte dei fondi destinati alla coesione territoriale». D'altronde l'ambizione, come tutti hanno affermato, sindaci e consiglieri, è quella di volare alto, al di sopra dei confini comunali e partitici, dando benefici reali ai cittadini e parità di opportunità e poteri a ogni comunità locale, in primis ai comuni più piccoli. Quelli collinari.

Infrastrutture. Non a caso il primo carico da 11 è già stato lanciato dal consigliere di Forza Italia Antonio Nervegna: «L'Unione prenda una posizione comune sui temi delle infrastrutture dicendo no alla via Emilia-bis e sì a investimenti per completare la Ss67».

 

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