"Ridolfi", triangolo per la salvezza

Rimini

FORLÌ. Il nuovo bando per la privatizzazione dell’aeroporto “Luigi Ridolfi” è pronto e il via libera da parte del consiglio d'amministrazione dell'Enac arriverà tra una settimana, nella seduta del 24 gennaio. Non sarà, però, solo una procedura di gara legata alla ricerca di un gestore per lo scalo di via Seganti, bensì sarà un bando congiunto Forlì-Rimini con triplice opzione. In pratica, chi vorrà potrà presentare un'offerta per acquisire la gestione comune di entrambi gli aeroporti, oppure presentare una proposta valida esclusivamente per il “Ridolfi” o il “Fellini” lasciando l'altro, quello non prescelto, al suo destino, ossia alla sparizione dai radar.

I tempi. Questo, almeno, stando alle parole del segretario provinciale dell'Udc, Andrea Pasini, il quale anticipa le mosse dell'Ente nazionale per l'aviazione civile dopo averle apprese da un faccia a faccia con il suo presidente Vito Riggio tenutosi giovedì pomeriggio a Roma. «Riggio mi ha detto che il cda di Enac licenzierà questo bando congiunto venerdì - spiega Pasini - poi saranno necessari altri 20 giorni per l'avvallo del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e quindi a fine febbraio il bando sarà pubblicato e aperto per 60 giorni. A inizio maggio, quindi, sapremo se ci saranno investitori interessati, ma purtroppo per salvare la stagione estiva dei due scali sarà tardi. Le compagnie aeree, infatti, la programmano a marzo e quindi il turismo ne risentirà eccome».

Doppia strada. A parte quest'ultima considerazione, è la natura della nuova procedura europea che inevitabilmente farà discutere. O i due aeroporti si salvano assieme o uno dei due, verosimilmente Forlì, sarà destinato a soccombere. Per acquisire la gestione del “Ridolfi”, infatti, basterà pagare tra gli 1,3 e gli 1,5 milioni di euro, ma non troppo più alto sarà il valore minimo dell'offerta ammissibile per il “Fellini”. «I debiti pregressi di Rimini restano fuori dal bando - preannuncia Pasini - con una sola eccezione: sarà avvantaggiato chi fosse pronto ad alzare l'offerta accollandosene una fetta».

L’appello. Il nodo, comunque, resta politico e per questo Pasini lancia l'appello. «A questo punto è inevitabile abbandonare una volta per tutte i campanili e fare sistema per trovare un privato che assuma la gestione di entrambi gli aeroporti per avere la possibilità di avviare l'attività. Forlì sarebbe pronta subito, mentre a Rimini servono cospicue risorse per l'ammodernamento. Per favorire il privato un'idea potrebbe anche essere quella di inserire nel bando una clausola sulla sdemanializzazione delle aree di sedime (a Rimini ndr.). Se così fosse gli scali sarebbero più appetibili». In pratica, però, sarebbero ceduti. L'ipotesi su cui Pasini “decolla” è, quindi, quella di un unico aeroporto a due piste.

San Marino. Chi può realizzare questa idea? Per il segretario Udc può essere San Marino. Dopo avere avuto colloqui sia con il partito di maggioranza della Repubblica che con il segretario di Stato alle attività produttive Marco Arzilli, il Titano parrebbe interessato a dare slancio alle sue politiche di sviluppo legate all'aviazione (commerciale e cargo) non solo su Rimini, ma anche su Forlì. «E' così – conferma – ci guardano con grande interesse e ne ho conoscenza diretta. Per questo invito la politica regionale e romagnola a costituire un asse con San Marino che se non partecipasse direttamente al bando potrebbe comunque fare intervenire investitori da quei mercati economici e turistici più appetibili, ossia dal mondo arabo e dall'Asia orientale».

 

 

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