«Se rivuoi l'Iphone rubato paga»

Rimini

FORLÌ. Per riavere l’Iphone rubato alla figlia un mese fa si è sentito chiedere 200 euro. Un’estorsione in piena regola che ha portato all’arresto di due uomini, un 56enne e un 48enne. Allo scambio, infatti, c’erano anche i Carabinieri del Nucleo operativo radiomobile di Forlì che, dopo il passaggio di denaro, sono saltati fuori bloccando la coppia di estorsori. Il Gip ha convalidato l’arresto rimettendoli poi in libertà.

Un colpo fallito perchè il padre della ragazza alla quale era stato rubato il cellulare dall’auto nel novembre, si è rivolto ai Carabinieri denunciando la richiesta di soldi. Così i militari hanno inscenato l’accettazione del ricatto, salvo poi seguire tutta la scena da poco distante. I due, entrati in possesso del telefonino dopo il suo furto e quindi anche denunciati per ricettazione, si erano trovati costretti a restituirlo, visto che nei prodotti Apple c’è la possibilità da parte del proprietario di bloccare il telefono in caso di smarrimento o furto. Non potendolo utilizzare la coppia ha pensato di ricavarci dei soldi dal legittimo proprietario. Dopo il suo furto, l’Iphone (valore 700 euro circa) era passato in diverse mani. Prima in quelle di un 48enne che prima di finire in carcere per un altro reato lo aveva dato al fratello, il quale a sua volta lo aveva venduto per 150 euro a un amico che voleva regalare al figlio. Proprio quest’ultimo, cercando di utilizzare lo smartphone, aveva scoperto che non lo poteva usare, apparendo sul display il segnale di furto. A quel punto l’iphone ha fatto il percorso inverso: il ragazzo si è lamentato col padre che l’apparecchio era di provenienza illecita; il padre ha chiesto spiegazioni all’amico che glielo aveva venduto; quest’ultimo ha pensato di poter comunque raccogliere un po’ di soldi “rivendendolo” al legittimo proprietario, chiedendo 200 euro per la restituzione. Così l’altra sera all’incontro in via Vittorio Veneto si sono presentati da una parte il padre e la figlia derubati, per riconoscere il telefono “conteso”, dall’altra il 56enne operaio di origine siciliana, il 48enne disoccupato di origine calabrese, e il ragazzo rimasto senza telefono, ignaro, però, del tentativo di estorsione. Dopo la scambio tra telefono e 200 euro il trio è stato fermato dai Carabinieri del Noer, coordinati dal sostituto procuratore Filippo Santangelo, che hanno tratto in arresto 56enne e 48enne.

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