Per l'aeroporto "Ridolfi" brividi finali

Rimini

FORLÌ. Si torna a tremare per il futuro dell’aeroporto “Ridolfi”. A maggior ragione dopo l’incontro, definito informale, di ieri mattina in Municipio tra il sindaco Davide Drei, il presidente della Fondazione Carisp Roberto Pinza, quello della Camera di commercio Alessandro Zambianchi e Stefano Maioli, rappresentante dell’imprenditore americano Robert Halcombe.

A poco più di 48 ore dalla scadenza della proroga concessa da Enac per la costituzione della nuova società che dovrà gestire lo scalo (Air Romagna ndr), infatti, alla cui guida ci dovrebbe esserci proprio Halcombe, ancora non ci sono novità rilevanti. Il nodo rimane quello del trasferimento dei soldi necessari al versamento del capitale sociale pari a 3 milioni 98mila euro, la maggioranza dei quali spetta proprio al manager a “stelle e strisce” che ne disporrebbe su conti accesi in Paesi considerati a rischio dalla normativa italiana (le isole Bahamas ndr) e quindi, di fatto, ancora bloccati. Al suo fianco completerebbero la rosa dei soci Armando Di Girolamo della Lotras, che già gestisce lo scalo merci di Villa Selva, e Calisto Maurilli della Siem, ma entrambi con quote residuali rispettivamente del 5 e 3 per cento. «Istituzioni e politica hanno fatto veramente il massimo, forse anche più di quanto competeva loro - ricorda il deputato del Pd Marco Di Maio, che in queste settimane ha tenuto alta l’attenzione sulla vicenda - ma ora tocca inevitabilmente ai privati fare la loro parte. Noi stiamo premendo per questo e confidiamo nella loro responsabilità».

Commenti a denti stretti e con grandi cautele, consci del momento delicatissimo, anche da parte del sindaco Davide Drei e del presidente della Fondazione Carisp Roberto Pinza.

«Stiamo seguendo da vicino l’evoluzione dell’iter - ricorda il primo - cercando di capire come aiutare le parti coinvolte ad arrivare in porto. Come istituzioni ci impegneremo fino in fondo». «Spero che tutto si concluda rapidamente e nel migliore dei modi», gli fa eco, ancora più laconico, il secondo.

Per Alberto Zambianchi, anche lui abbastanza preoccupato della situazione, «bene ha fatto il sindaco a seguire da vicino tutta la vicenda tenendo i contatti con Halcombe attraverso Stefano Maioli. Adesso il primo obiettivo è far sì che “Air Romagna” nasca entro il 29 novembre».

Inutile dire che le prossime ore saranno determinanti.

Gli scenari. Ecco quello che potrebbe succedere. Halcombe è intenzionato a dimostrare, carte alla mano, a Enac, Comune e al notaio di Pesaro chiamato a rogitare la nuova società, la sua solidità economica. Documenti che potrebbero indurre Enac a concedere una ulteriore proroga. In alternativa la società potrebbe comunque nascere essendo sufficiente un versamento iniziale di circa 750mila euro, parte del quale già erogato dai soci italiani.

A quel punto Enac, convinta definitivamente della bontà dell’operazione complessiva, darebbe il via entro il mese di dicembre alla concessione definitiva per la gestione dell’aeroporto che, a sua volta, aprirebbe non poche porte nelle dovute sedi al magnate statunitense. Tutto sul filo di lana. Come peraltro la storia recente del “Ridolfi” ci ha ormai abituato a vedere.

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