Arrestato boss della Sacra Corona Unita

Rimini

FORLÌ. Latitante della Sacra Corona Unita arrestato in una clinica privata di Forlì. L’uomo, Giacomo Mario Profilo, 65 anni, aveva fatto perdere le sue tracce nei giorni scorsi poco prima che i Carabinieri di Campi Salentina gli notificassero un ordine di carcerazione per continuare a scontare la sua condanna a 4 anni e 4 mesi per bancarotta fraudolenta.

 

Si trovava agli arresti domiciliari, ma poche ore prima gli era stato notificato un provvedimento di cessazione pena in seguito a un ricorso presentato dal suo legale. Qualche ora di “libertà” sufficienti per far perdere le sue tracce. Quando i militari della cittadina pugliese hanno suonato alla sua porta per riaccompagnarlo in carcere, lui non c’era. Boss del principale clan della criminalità organizzata operante in zona, Giacomo Mario Profilo è considerato colui che riciclava i soldi dell’attività illecita. Un personaggio di spicco. Dal suo allontanamento è scattata una ricerca estesa in tutta Italia. Profilo negli anni passati aveva abitato a Bologna e proprio da un medico del capoluogo emiliano era stato curato per alcuni problemi di salute. Lo stesso medico che è stato contattato dal 65enne per cercare un ricovero in qualche ospedale o clinica privata per i suoi malanni. Forse, sospettano gli investigatori, un tentativo di sottrarsi all’arresto. I Carabinieri del Nucleo operativo radiomobile, guidati dal luogotenente Gino Lifrieri e quelli della stazione di Campi Salentina, hanno controllato tutti gli ospedali e cliniche della zona, fino a trovare Profilo regolarmente registrato e ospite da 24 ore in una clinica privata forlivese, ignara che si trattasse di un latitante. Lo hanno prelevato e portato al carcere della Rocca, da dove sarà trasferito a Lecce per scontare la sua condanna, come deciso dal tribunale di Lecce e Brindisi. Un colpo grosso per gli investigatori che hanno riportato in carcere un uomo di spicco della Sacra Corona Unita di Campi salentina. Il suo compito era quello di riciclare i soldi della criminalità. Per questo aveva una azienda con oltre 100 addetti. Per lui, conosciuto già dagli anni ‘70 alle forze dell'ordine per un traffico internazionale di sostanze stupefacenti, l’ultima condanna per bancarotta fraudolenta lo aveva portato agli arresti domiciliari per 4 anni e 4 mesi. Sottoposto a regime di sorveglianza speciale, ha approfittato di poche ore di “vuoto” per far perdere le proprie tracce. Fino a Forlì, dove il tentativo di ricovero è fallito e Profilo è tornato nuovamente in carcere.

 

 

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