Una città abitata da 109 nazioni

Rimini

FORLÌ. Fra il 1 gennaio 2013 e il 1 gennaio 2014 nei residenti a Forlì ci sono 2.319 abitanti in più, ma non è un boom demografico, se mai il recupero di cittadini e cittadine risultati irreperibili al censimento 2011.

Meno di 120 mila abitanti. La crisi ha gelato la speranza di chiudere il 2013 con il raggiungimento dell’obiettivo dei 120 mila abitanti. e invece Forlì si deve accontentare di avere 118.348 con all’interno una popolazione straniera pari 14.377 abitanti rappresentativi di 108 nazioni del mondo con 24 delle 27 dell’Unione Europea, 14 delle 22 extraeuropee (ma il calcolo include anche la Croazia che dalla fine dell’anno scorso è entrato nel gruppo della Ue). Poi c’è l’Africa che ha raggiunto le 34 nazioni, il continente d’America con 16 e quello asiatico che ne vanta 22, oltre alla solitaria presenza dell’Australia per rappresentare il continente dell’Oceania. C’è anche una donna straniera di nazionalità non conosciuta e registrata.

Donne in maggioranza. Un’altra novità che caratterizza questi dati del 2013 è che le donne residenti sono in tutto 61.348 contro 56.964 uomini pari al 51,9 per cento. Il fatto inedito è che anche nella popolazione straniera la componente femminile è dominante con 7.420 unità contro 6.957 maschi pari al 51,6 per cento. Questo soprattutto grazie alla quantità di donne: romene, polacche, ucraine che sono all’interno della comunità straniera in netta maggioranza rispetto ai maschi. Diversa è invece la componente maschile, più numerosa se si tengono conto dei numeri dei cinesi e dei bangladesi, ma anche delle componenti africane dove marocchini e tunisini risultano essere in netta maggjoranza fra i maschi,

Natalità. La percentuale di nuovi nati è sempre insufficiente per coprire lo squilibrio demografico. In ogni caso sono sempre gli stranieri ad avere la prevalenza delle esperienze di carattere familiare allietate da nascituri. La stessa composizione dei nuclei familiari degli stranieri è di quattro persone di media, mentre i forlivesi con nascita italiana non superano di media i 2,8 componenti. Segno inequivocabile, anche se le abitudini si modificano anche fra gli stranieri come appare ormai in moltissime situazione locali.

Mortalità. Sono deceduti nel Comune di Forlì ben 1.246 persone, delle quali più donne (685) contro gli uomini (561). Per quale motivo più donne che uomini? Perché l’indice di fertilità non compensa la presenza di donne che vivono a lungo senza più sposarsi.

Da altri Comuni. Continua la migrazione interna al Paese. In meno di due anni nel Comune di Forlì sono arrivati 2.374 dei quali 1.185 maschi e 1189 femmine. Numeri elevati determinati dalla mancanza di lavoro e dal tentativo di sottrarsi dalla mancanza di opportunità e di occasione per valorizzare la propria esistenza. Abbiamo assistito a questo tipo di fenomeni nel settore dell’autotrasporto e delle comunicazioni anche sul territorio forlivese e non solo in questi anni alle spalle. Della popolazione complessiva si ricava che in media si tratta di meno di tre persone che convivono nella struttura familiare. Quando, finalmente, comparirà il resto dei dati del Censimento (mai così in ritardo) riusciremo anche ad approfondire quelle trasformazioni che caratterizzano la Forlì di questi anni. Città più aggressiva, dinamica, quanto scontenta e impaurita (come quasi tutti) del proprio destino.

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