Trovate oltre 200 tombe

Rimini

FORLÌ. Una vera e propria necropoli ricca di oltre 200 tombe è stata trovata grazie ad una indagine preventiva propedeutica ai lavori di demolizione dell’ex camera mortuaria di via Bolognesi, nell’ambito dei lavori per la costruzione del nuovo Campus universitario che sarà aperto nel prossimo anno accademico.

Sul posto, dall’aprile scorso, gli archeologi e antropologi della cooperativa “Pegaso Archeologia” di Bologna, guidati dal direttore degli scavi Xavier Gonzales e dal direttore del cantiere Michele Fait. Una dozzina di persone che quotidianamente scavano le tombe, trovate sotto le fondamenta dell’obitorio, repertando i pochi oggetti rinvenuti (medagliette, monete, bottoni) e catalogando i resti degli scheletri in apposite schede che ne documentano le condizioni e la stratigrafia, ovvero la profondità della loro collocazione nel terreno, indispensabile per elaborare una datazione precisa. Il lavoro, il cui termine era inizialmente previsto a metà del mese di giugno, potrebbe protrarsi di qualche settimana, alla luce di ulteriori ritrovamenti. Sul posto dovrà sorgere la centrale energetica e di condizionamento di Hera, chiamata ad approvvigionare l’intero sito universitario. La direzione scientifica dello scavo, ovviamente, è in capo alla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna, con sede a Bologna, e le referenti sono le funzionarie archeologhe Claudia Tempesta e Sveva Savelli.

I resti individuati e sui quali si sta lavorando da settimane, si trovano tutti all’interno di fosse scavate nella terra e la loro datazione per il momento è stimata tra il XVII e il XVIII secolo. Tra di loro anche ossa di bambini e anziani. Evidenza che semina qualche dubbio sull’esatta natura del luogo, forse individuato per una inumazione collettiva a causa di una epidemia.

«Si tratta di sepolture molto povere - ricorda la Soprintendenza - e pressoché prive di materiali di corredo. Lo scavo procede prestando particolare attenzione all’esame e al recupero dei reperti osteologici». In una fase successiva verranno analizzati i resti dei singoli individui censiti, «che saranno oggetto di uno studio complessivo destinato a determinare caratteristiche, abitudini alimentari, stili di vita e patologie dei forlivesi tra Seicento e Settecento».

 

 

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