I cappelli artistici fatti a Forlì che piacciono anche a Lady Gaga

Rimini

FORLì. «Un cappello deve sempre strappare un sorriso, togliere pesantezza». Lo spirito delle creazioni di Patrizia Valmori è questo, e di collezione in collezione cerca di dare nuove forme e colori a questa sua idea di leggerezza mettendo sui cappelli fiori, ortaggi, uccelli e anche altri animali. Idee che piacciono agli stilisti più importanti per i quali i copricapi vengono prodotti nei laboratori di Forlì de Le chapeau, idee che catturano l’attenzione anche delle star come Lady Gaga, proprio lei.

Cappelli in mostra

Le creazioni della stilista forlivese sono oggetto della nuova mostra, “Cosa ci passa per la testa”, di Arte al Monte di marzo che inaugura oggi a palazzo del Monte di Pietà (in Corso Garibaldi) e che resterà aperta fino al prossimo 31 marzo. Una quarantina di pezzi storici che fanno parte delle collezioni firmate da Patrizia Valmori e in parte di quelle prodotte per alcuni stilisti come Etro, Ferretti, Armani. Proprio fra i pezzi creati per Re Giorgio, c’è anche una calottina nera coperta di pailettes che Lady Gaga ha sfoggiato di recente in una occasione di gala e la posta sul proprio profilo Instagram. Ma non è l’unico cappello Le Chapeau che la star fresca di Premio Oscar ha indossato. In mostra ce n’è uno di rose e fiori della collezione di Patrizia Valmori, che Lady Gaga ha acquistato in una boutique di Brescia. Perché da Forlì i copricapi fantasiosi di Le chapeau prendono la via delle migliori boutique nazionali, compresi alcuni negozi a Forlì, Imola, Ravenna e Cesena, anche se la maggior parte della produzione ormai è destinata alle maison d’alta moda.

Una vocazione

La storia artigianale di Patrizia Valmori è quella di una giovane ragioniera che entrata a lavorare una trentina di anni fa nella ditta Le chapeau, anche all’epoca guidata da una donna, Nadia Naldi, ben presto si accorse che ai conti preferiva stoffe, panni, ricami e decori. «Dopo una settimana ero già a fare cappelli, e non lo avevo mai fatto prima. Evidentemente era una cosa che era dentro di me e che doveva uscire –racconta Patrizia –. Così quando la ditta si trovò sull’orlo del fallimento, poco dopo che io ero arrivata, e non lo sapevo, decisi che non potevo lasciarla morire e facendo sforzi enormi, dopo aver parlato con mio padre, la rilevai. Oggi sono ancora qui». Non solo, oggi fra la sede storica, proprio in corso Garibaldi, e i laboratori, lavorano nove persone, e intanto il nome Le chapeau ha fatto evidentemente il giro del mondo.

Il ritorno del cappello

Questo è un momento felice per questo accessorio, ma non è sempre stato così. «Da una decina d’anni il cappello va moltissimo, insieme agli occhiali è l’accessorio più richiesto, ma negli anni Novanta proprio non si riusciva a vendere nulla –racconta la stilista e imprenditrice –. Io non seguo tanto la moda, se non, per forza di cose, nella scelta dei colori. Ho le mie forme preferite, il cilindro ad esempio che reinvento continuamente, ma per lo più mi affido al mio istinto e adesso che il mio stile è riconosciuto, non posso cambiarlo, chi mi segue non lo farebbe più altrimenti». Uno stile estroso, allegro, che ama i colori e la natura. Fiori, animali, uccelli esotici, piume e persino finte patate, carote, foglie di insalata e peperoncini finiscono su cappelli di tessuto o di paglia, di sete preziose o di lane. I cappelli di Patrizia Valmori stupiscono e divertono.

Viaggio nella moda

La mostra della forlivese Le chapeau (che oltre a cappelli produce anche sole, sciarpe, borse, articoli di abbigliamento mare e cocktail), scelta da Regnoli 41 che cura gli spazi di Arte al Monte e come sempre, da qualche anno, dedica l’esposizione di marzo all’artigianato artistico femminile, sarà anche l’occasione per parlare di moda e stile da più punti di vista, con una serie di incontri condotti da Gabriella Maldini per tre lunedì di seguito, alle 20.45 nella sede della mostra stella. Lunedì prossimo si parla di “Abito come linguaggio”, l’11 marzo di “Haute couture”, quando la mostra è sogno”, il 18 marzo di “Made in Italy”.

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